Repubblica 27.10.15
Galli: “Il Pd è il centro, scissione inevitabile”
Il documento del deputato dem che prepara “un nuovo inizio”
di Annalisa Cuzzocrea
ROMA Dopo la cena, il documento politico. Si chiama “Molte fini, un nuovo inizio - Tesi per una sinistra democratica sociale repubblicana”, l’articolo che il professor Carlo Galli - deputato pd - ha pubblicato sul sito Idee controluce. Una tesi su cui hanno dibattuto a cena - qualche giorno fa - i già fuoriusciti Stefano Fassina e Monica Gregori con lo stesso Galli e Stefano D’Attorre, Vincenzo Folino, Franco Monaco, Corradino Mineo, Maria Grazia Gatti. L’idea di fondo è che il Pd sia ormai un partito di centro che guarda a destra. E che sia impossibile tornare indietro. «Mi sono convinto che dall’interno non ci sia modo di invertire la rotta», spiega Galli. «Lo dico tranquillamente, senza personalizzazioni, nel documento ci sono passaggi in cui parlo dell’abilità di Matteo Renzi e della grande rispettabilità di alcuni esponenti della sinistra interna». E però, il professore (insegna Storia delle dottrine politiche a Bologna) crede che non solo i vertici del Pd, ma anche la sua base siano soggetti a una sorta di mutazione genetica: «Una mutazione per sottrazione. Quelli di sinistra se ne vanno, alle ultime elezioni nella mia regione ha votato il 34 per cento, evidentemente la scissione l’hanno già fatta gli elettori. Bisogna intercettare chi dal Pd va via per non consegnarlo all’astensionismo o al populismo dei 5 stelle». Il progetto si richiama a un «new deal», a un «umanesimo sociale » che nulla ha a che fare - dice chi ne fa parte - con la «cosa rossa». «È un termine vecchio di 20 anni. Seguo il mio amico cattolico prodiano Franco Monaco - spiega Galli - quando parla di un ritorno al centro sinistra col trattino». Sostiene D’Attorre: «Il nostro è un progetto inclusivo, di governo, che tiene dentro il mondo cattolico e si richiama all’Ulivo, non alla sinistra radicale. Parliamo anche a Sel perché è una forza che si è sempre confrontata col governo». E chiarisce: «Non credo ci sarà un’ora x della scissione, ci saranno percorsi individuali in fasi diverse». Quello che si sta cercando di creare, ora, è il punto di approdo. «Vedo che chi è stato allevato nella politica dentro il Pci ha più difficoltà - dice ancora Galli - hanno introiettato il partito come una cosa seria, ma io glielo dico, questo è il Pd, è un’altra cosa. Non esiste un Paese occidentale senza sinistra, esistono il lavoro dipendente, la richiesta di diritti. È su questo che bisogna lavorare»