martedì 20 ottobre 2015

Repubblica 20.10.15
“Bibbia, film ed empatia: le mie lezioni da reality”
di Paolo Rodari

CITTÀ DEL VATICANO. «La sfida è mostrare che l’ora di religione non è catechismo, un’ora vuota oppure da “bigiare”, ma un momento in cui si può trovare risposta alle domande di significato ». Andrea Monda, scrittore e saggista, docente di religione nelle scuole superiori di Roma — «ho lavorato in banca per undici anni, ma mi annoiavo. Così mi sono dedicato ai ragazzi: ci ho guadagnato perché mi diverto molto» — conduce da una settimana su Tv2000 un nuovo docu-reality: “Buongiorno Professore”, in onda ogni lunedì fino a giugno alle ore 19.30.
Come convince i ragazzi a frequentare la sua ora di religione?
«Mi gioco tutto nella prima lezione dell’anno scolastico. Ai ragazzi, infatti, sono sufficienti pochi minuti per capire chisi ritrovano davanti, chi è il professore che si rivolge loro, qual nè la sua visione. Più che la materia, interessa loro se il professore è credibile, coerente con ciò che dice oppure no. Se trovano un professore così, motivato e appassionato, allora si fermano e tornano. In questo Papa Francesco è un esempio».
In che senso?
«Perché dimostra tutti i giorni che per essere autorevoli occorre l’autenticità. Egli abbatte ogni distanza con il proprio interlocutore, ma nello stesso tempo riesce a farsi ascoltare».
Per un anno dunque le telecamere di Tv2000 entrano dentro la sua classe, durante l’ora di religione, per raccontarla.
Di cosa parlate?
«Faccio un percorso nel quale mostro il nucleo fondamentale del cattolicesimo, mostrando come esso abbia plasmato tutte le arti, anche il cinema, la pittura, la poesia. Cerco anche di portare esempi concreti. Per esempio, senza banalizzare, se voglio spiegare cosa sia la libertà parlo dell’esodo: il popolo vuole la libertà, ma poi protesta per la durezza del cammino nel deserto, fatica ad accettare la responsabilità. E mostro ai ragazzi un pezzo di Galline in fuga della Dreamworks oppure leggo George Gra y dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master: non c’è libertà senza responsabilità ».