Repubblica 15.10.15
Strappo di Quagliariello “Ncd esca dal governo io pronto alla scissione”
Sette senatori verso l’addio, maggioranza a rischio
La verità è che va via perchè Renzi non lo ha voluto nel governo
Il premier: “Non cambia niente”. Ma ora Verdini conta di più
di Francesco Bei
Il paradosso è che l’uscita di Quagliariello avviene in una fase politica in cui uno dei punti di rottura con Renzi, la modifica dell’Italicum, è di nuovo tornata sul tavolo. Formalmente tutti lo negano. «Io penso che adesso - osserva ad esempio Anna Finocchiaro - non ci siano le condizioni né le ipotesi per modificare una legge approvata dal Parlamento pochi mesi fa. Credo sia doveroso concentrarsi sulla conclusione del percorso di riforma costituzionale». Ma se «adesso» non ci sono le condizioni, non è detto che non ci siano in futuro. Matteo Renzi infatti non ha ancora deciso. Non scopre le carte per non fornire uno strumento utile a chi, nel Pd, ne approfitterebbe per dar vita a un nuovo soggetto politico di sinistra. Ma questo non vuol dire che, a ridosso del voto, la questione Italicum non venga riaperta. «Tutto dipenderà da come andranno le amministrative- osservano al Nazareno - perché lì si capirà se l’ambizione di Renzi di andare da soli alle politiche può aver un fondamento oppure no». Alle comunali, oltretutto, si vota con una legge elettorale simile a quella che uscirebbe da un Italicum con il ballottaggio e il premio dato alla coalizione anziché alla lista che arriva prima. Sarà su quella base dunque che il premier soppeserà l’utilità di una modifica alla legge elettorale, saggiando quanto ancora sia realistica la vocazione maggioritaria (e autosufficiente) del partito democratico.