La Stampa 8.10.11
In aumento le violenze sui bambini
di Francesca Paci
L’Italia non è un paese per bambini. A metterlo nero su bianco è il «Dossier Indifesa» presentato ieri alla Camera da Terre des Hommes che parla di una crescita inesorabile della violenza contro i minori: 5.356 casi nel 2014 di cui uno su sei ai danni di una bambina. I grafici, basati sui dati forniti dalle forze dell’ordine, rivelano un aumento del 61,8% rispetto al 2004 e confermano la prevalenza dei maltrattamenti in famiglia (1.479 nel 2014, più 96,9% in 10 anni).
«Bisogna intervenire sui genitori a rischio» afferma la responsabile infanzia del Pd Vanna Iori, sottolineando come il «nido» teoricamente più protetto non è affatto garanzia di sicurezza. Lo studio racconta vite come quella di Teresa, 4 anni, cresciuta con genitori separati dalla sua nascita, con gli zii con disturbi psichiatrici e con il nonno materno già allontanato in passato per violenza domestica, una bimba taciturna al punto da far temere l’autismo che improvvisamente «assume atteggiamenti sessualizzati con richieste frequenti di essere baciata nelle parti intime».
Teresa è un nome di fantasia ma la sua storia è vera, così come sono vere quelle delle vittime di violenza sessuale che nell’85% dei casi (962) riguarda bambine e adolescenti. I maltrattamenti (sessuali e non solo) sono il frutto di una cultura della sopraffazione che si alimenta di fallimenti, frustrazione, rabbia repressa. Non a caso, sottolinea Terre des Hommes, è lievitato anche il numero delle vittime di pornografia minorile, che dal 2004 al 2014 hanno visto un incremento del 569,4% (anche in questo caso 8 su 10 delle vittime sono femmine).
Il mondo, di questi tempi, non offre prospettive migliori. Anzi. Il moltiplicarsi dei conflitti a bassa intensità si abbatte direttamente sui minori. Leggiamo così che da una parte all’altra del pianeta 70 milioni di ragazze tra 15 e 19 anni subiscono regolarmente abusi e violenze fisiche di livello tale da procurare 60 mila morti l’anno, uno ogni 10 minuti. Ci sono gli stupri di gruppo da cui non riesce a emanciparsi la democratica India, 15 milioni di spose bambine (dallo Yemen ai campi profughi siriani), le yazide schiavizzate sessualmente dall’Isis, le baby kamikaze di Boko Haram, 57 milioni di potenziali studentesse che come continua a denunciare Malala non vanno a scuola. In Italia, come nel resto del mondo, le crisi economiche e politiche stanno producendo un effetto domino in cui l’ultimo tassello cade sui più deboli. E sulle più deboli.