mercoledì 28 ottobre 2015

La Stampa 28.10.15
Una sentenza che accelererà il varo di una nuova norma
di Marcello Sorgi


Finirà probabilmente per accelerare il varo della nuova legge sulle unioni civili, al momento rinviato a gennaio, la contestata sentenza del Consiglio di Stato che ieri ha annullato le trascrizioni dei matrimoni gay effettuati all’estero da parte dei Comuni di Roma, Milano, Bologna e Napoli. Le trascrizioni erano state cancellate (ma poi reintegrate dai Tar) una prima volta dai prefetti, sollecitati dal ministro dell’Interno Alfano, leader del Nuovo centrodestra che anche in Parlamento sta cercando di opporsi all’approvazione della legge, ed ha per questo subito anche forti divisioni interne.
Alfano ovviamente ha esultato; la Cirinnà, autrice del testo di legge in discussione, che prevede anche la possibilità, all’interno delle coppie omosessuali, di adottare il figlio del compagno o della compagna, ha preferito tacere, mentre le associazioni per i diritti di gay e lesbiche, a cui ha dato voce il senatore democratico, ed ex presidente dell’Arcigay, Lo Giudice, hanno puntato il mirino su uno dei giudici del collegio che ha preso la decisione. Carlo Deodato, estensore materiale della sentenza, aveva in passato condiviso su Twitter i messaggi delle «Sentinelle in piedi», seguendo i profili dei giuristi cattolici «ProVita» e account come «No gender» e «La famiglia naturale», tutti arcicontrari al riconoscimento delle unioni civili e omosessuali.
Deodato - che s’è difeso spiegando di aver semplicemente applicato la legge, che attualmente in Italia riconosce solo i matrimoni di uomini e donne - ha inoltre un passato legato alla sua attività di capo di gabinetto di diversi ministeri all’epoca del governo Berlusconi, e poi di capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi con Enrico Letta, esperienza conclusa con l’arrivo di Matteo Renzi e la sua polemica contro i superburocrati di Stato. Non a caso al posto del consigliere di Stato venne chiamata Antonella Manzione, ex capo dei vigili urbani di Firenze. Deodato decise di non tenersela e replicò alla decisione del premier con un lungo articolo sul Foglio, in cui criticava l’ostilità di Renzi contro le «élites amministrative».
Ma al di là della questione personale nata a ridosso della sentenza, il cammino della nuova legge sulle unioni civili resta impervio. Se il testo della Cirinnà dovesse essere ammorbidito, per venire incontro alle richieste di Ncd, Renzi si troverebbe scoperto il fianco sinistro pro-gay. Se invece la legge dovesse mantenere l’impianto attuale, il perimetro della maggioranza di governo al Senato verrebbe ulteriormente assottigliato dalla probabile scissione del Nuovo centrodestra.