sabato 24 ottobre 2015

La Stampa 24.10.15
Cantone: “Lo Stato deve cacciare subito i dipendenti corrotti”
Affondo del magistrato: in certi casi non è possibile aspettare l’esito dei processi Serracchiani: lavoriamo dall’inizio sulla corruzione, serve tempo per i risultati
di Francesco Maesano


È il secondo affondo di Raffaele Cantone in pochi giorni. La settimana scorsa aveva definito «sbagliatissima» l’ipotesi di innalzare il tetto per l’utilizzo del denaro contante a tremila euro. Ieri, a poche ore dalla notizia degli arresti all’Anas, ha preso la parola durante un convegno organizzato dalla Rai e dall’Università di Tor Vergata sulla “cultura del whistleblowing”. «L’inchiesta sulle false assunzioni? Insieme a quella sull’Anas e sull’assenteismo al comune di Sanremo mi sembrano una storia già nota uno spaccato veramente inquietante dello stato della Pubblica amministrazione. Qui – ha spiegato – serve un cambio di cultura, un senso di responsabilità nelle scelte da parte delle pubbliche amministrazioni, di chi si occupa di certi ruoli e compiti».
E per il presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione la ricetta è chiara: «Tutto questo pone la questione principale: la necessità di intervenire da parte della Pubblica amministrazione per stabilire chi non è degno di ricoprire certe cariche, così come prevede la Costituzione. Vi sono casi che richiedono interventi veloci. Ed è forse questo il meccanismo per prevenire – ha proposto Cantone – dimostrare che chi sbaglia paga davvero. E pagare nel modo più significativo, per un pubblico ufficiale, significa perdere il posto».
Matteo Renzi, dal suo viaggio in sudamerica, ha preso in prestito le parole di Pablo Neruda per invitare i giovani «a non perdere la speranza e a credere nella politica anche quando vedono questi casi di cattiva gestione della cosa pubblica» che accadono in Italia come in Cile e che i nostri governi cercano di combattere. Potranno recidere tutti i fiori ma non fermare la primavera».
Un paio d’ore dopo le sue dichiarazioni del presidente dell’Anac, Beppe Grillo ha pubblicato un post sul suo blog nel quale ha definito la serie di indagini come una «catena di Sant’Antonio di indagati, arresti, rinvii a giudizio di politici che occupano cariche pubbliche che si allunga di giorno in giorno. Viene la nausea. Il Pd primeggia, è senza confronti, in fuga, maglia rosa e maglia gialla allo stesso tempo, ma gli altri partiti cercano di stargli al passo, anche se è onestamente difficile. Nell’Anas le tangenti per gli appalti erano come le ciliegie, l’Anas aveva al suo interno un ufficio tangenti molto ben organizzato».
Dal Pd ha risposto, sia a Cantone che indirettamente a Grillo, la vicesegretaria Debora Serracchiani. «Sulla lotta alla corruzione ci stiamo lavorando dall’inizio, è anche e innanzitutto un’operazione culturale. Richiederà del tempo, ma richiederà anche delle regole semplici e chiare da poter applicare. Intanto – ha rivendicato – quest’anno c’è stato un picco delle entrate di recupero dell’evasione molto importante».
Poi, tornando sulla questione del tetto all’utilizzo del contante, ha spiegato che per lei «non c’è una relazione statistica tra questo tetto per il contante e la corruzione e l’evasione, se vuoi evadere, evadi a prescindere dal tetto che hai. Noi abbiamo cercato di fare altre operazioni ma intanto c’è un’aggressione all’evasione, non solo applicando sanzioni, ma anche facendo accordi, ad esempio con il Lichtenstein, lo Stato del Vaticano e la Svizzera»