sabato 17 ottobre 2015

La Stampa 17.10.15
Non tornano i conti dei tagli per oltre tre miliardi
di Alessandro Barbera


Nonostante il consiglio dei ministri abbia deliberato da parecchie ore, nonostante una pioggia di tweet renziani e lunghe riunioni notturne al Tesoro, i conti della manovra per il 2016 ancora non tornano. Dei 26,5 miliardi necessari a finanziare tutte le misure presentate dal governo ne mancano all’appello più di tre. Non stiamo parlando della «clausola migranti» che dovrebbe far lievitare l’ammontare della legge di bilancio fin quasi a trenta miliardi. Per dirla alla Renzi, qui stiamo parlando di quanto necessario per la «versione base».
Basta dare una rapida occhiata alla tabella che accompagna il comunicato di Palazzo Chigi, per ora l’unico testo ufficiale disponibile, laddove si prevede di reperire 3,1 miliardi da «ulteriori efficientamenti». Cosa ci sia dentro a questa oscura dicitura non è noto, né è stato possibile ottenere maggiori dettagli. La questione è di una certa rilevanza, anche perché nel «piano programmatico di bilancio» scritto dagli uffici di Piercarlo Padoan e già spedito alla Commissione europea si legge che l’anno prossimo i «risparmi di spesa» ammonteranno «allo 0,5 per cento del Prodotto interno lordo», circa otto miliardi, ben più dei cinque annunciati da Renzi in conferenza stampa. Come è possibile?
Torniamo alla tabella pubblicata da Palazzo Chigi. Le voci che dovrebbero contribuire ai risparmi sono due: oltre agli «ulteriori efficientamenti» c’è quella dedicata alla «spending review» stimata in 5,8 miliardi. Di quest’ultimo aggregato sappiamo tutto, ovvero che somma i tagli lineari ai ministeri (due miliardi), i risparmi che si calcola di ottenere con una stretta agli acquisti di beni e servizi dello Stato (altri due miliardi) e dalla riduzione della spesa tendenziale della sanità per altri 1,8 miliardi. Dunque? Come mai la somma delle due voce fa 8,9 miliardi, più degli otto citati dal documento del Tesoro? E a cosa riporta la voce «ulteriori efficientamenti»? Secondo alcuni lì sarebbero calcolati gli effetti di una diversa contabilizzazione delle spese regionali per oltre un miliardo. Altri sostengono che comprende entrate straordinarie ancora da definire e la ridestinazione di fondi inutilizzati. A Bruxelles si grattano la testa, in attesa di chiarimenti.