sabato 17 ottobre 2015

Repubblica 17.10.15
Promosse le riforme ma il governo è rimandato in quasi tutte le materie
di Roberto Biorcio e Fabio Bordignon


ROMA Il governo Renzi si è spesso presentato come governo del “fare”, in grado di risolvere problemi che i precedenti esecutivi non sono riusciti ad affrontare. Ma, nell’Atlante politico di ottobre, si conferma quanto già registrato dai precedenti sondaggi: l’approvazione generale del governo supera quella sulle singole materie. Soprattutto, le bocciature continuano a prevalere sulle opinioni favorevoli.
Per la maggior parte degli ambiti considerati, la porzione di giudizi positivi si attesta intorno al 30%. Appena sopra questa soglia le valutazioni su lavoro e occupazione (32%), lotta alla corruzione (32%), scuola e Università (30%, con un arretramento di circa cinque punti proprio in corrispondenza del ritorno in classe). Su livelli leggermente inferiori i valori relativi alle politiche fiscali (27%) e all’immigrazione (28%) - un tema, quest’ultimo, su cui sembra essersi in parte esaurito il clima emergenziale che, a settembre, aveva favorito una crescita dei consensi.
Va segnalato come, su tutte queste voci, il numero di persone insoddisfatte sia circa il doppio rispetto a quello dei soddisfatti. Le valutazioni variano in modo significativo in relazione alla posizione sociale e alle opinioni politiche degli intervistati. Gli orientamenti più critici si riscontrano tra i giovani, i disoccupati, gli operai e i lavoratori autonomi. Un giudizio prevalentemente positivo su tutte le politiche è espresso solo dall’elettorato Pd, mentre gli elettori di Ncd approvano a maggioranza solo le riforme istituzionali e le politiche sul lavoro e sulla scuola.
Il livello più elevato di consensi (35% di favorevoli, 55% di critici) riguarda la legge elettorale e la riforma costituzionale approvata questa settimana al Senato. Provvedimenti cruciali per il percorso del governo, che tuttavia non sembrano scaldare i cuori degli italiani. Lo confermano, nello specifico, i giudizi sul Ddl Boschi. I sostenitori più convinti della riforma sono il 27%, cui si aggiunge un 16% che, pur formulando una valutazione positiva, non la ritiene altrettanto cruciale per il futuro del Paese. Nel complesso, i giudizi più critici (41%) bilanciano le posizioni di maggiore favore (43%). Ma, tra i primi, a prevalere sono soprattutto gli atteggiamenti di scetticismo (e, forse, di scarso interesse). Quasi una persona su tre pensa, infatti, che con la riforma “cambi poco o nulla”. Mentre solo il 9% la descrive come “dannosa per l’Italia”. È solo il punto di partenza di una lunga campagna in vista del referendum, durante la quale le posizioni potrebbero radicalizzarsi, determinando nuovi equilibri tra i “sì” e i “no”.