La Stampa 12.10.15
Funzioni ridotte e meno poltrone ma l’80% dei costi del Senato resta
Oggi il via libera alla riforma, poi altri tre passaggi parlamentari e tra un anno il referendum
Anche senza indennità per i futuri senatori, nel bilancio rimangono 380 milioni di spese (su 500)
di Marco Bresolin
È arrivato il «giorno X». Oggi il Senato darà il via libera al ddl che segnerà la più importante modifica della Costituzione dalla sua nascita, ponendo fine al bicameralismo paritario. Non sarà il via libera definitivo del Parlamento, perché ci vorranno altri tre passaggi. Saranno votazioni formali: la sostanza del testo - salvo imprevisti - non verrà toccata. Il vero scoglio arriverà tra un anno, quando i cittadini diranno la loro votando al tanto atteso referendum.
Rispetto alla versione iniziale, il testo è molto diverso e gli ultimi ritocchi - in particolare sulla semi-elettività dei senatori - sono frutto dell’accordo che ha riportato la pace nel Pd. Avremo un Senato composto da sindaci e consiglieri, con funzioni limitate, un’unica Camera che legifera e vota la fiducia. Più poteri al governo, che potrà chiedere tempi certi per l’approvazione dei suoi ddl. Capitolo risparmi: resteranno molti costi fissi, circa l’80%, che nemmeno questa riforma potrà abbattere.