martedì 13 ottobre 2015

Il Fatto 13.10.15
Napolitano e Verdini, non ci fate paura
di Sandra Bonsanti


Manca poco al voto decisivo sullo sgorbio che il governo chiama “riforma” della Costituzione. Il ministro Boschi ha detto che che “il padre della riforma è Giorgio Napolitano”, di cui già si annuncia uno storico intervento in aula al posto del presidente della Repubblica, che invece tace e forse si vergogna. Sarà difficile a Napolitano evitare l’applauso commosso del partner Denis Verdini. Il Parlamento dichiarato illegittimo dalla Consulta, un capo del governo che non ha mai partecipato a un’elezione politica, un documento della J. P.Morgan con le richieste della Finanza che conta e una truppa di senatori convinti all’ultimo istante hanno cancellato l’impianto parlamentare della Costituzione, incidendo pesantemente anche sulla prima parte. Perché Napolitano ha voluto mortificare fino a questo punto il Senato? Non certo per modificare il bicameralismo perfetto, operazione che ben altre soluzioni, tutte dignitose, potevano prevedere. E allora? C’è una sorta di ripicca nell’atteggiamento dell’ex presidente. Qualcosa che riguarda lui e la sua storia di fervente comunista e poi di craxiano tenuto a freno da un partito che non era ancoradidestra come lui. Dov’è lo spirito della Costituente in questi personaggi da commedia napoletana? Dove sono finite le lezioni di rispetto delle minoranze, di ascolto dei cittadini, di preoccupazione per i contrappesi previsti dai padri della patria come salvaguardia per i tempi peggiori? Il governo sta già facendo la sua campagna per il Sì al referendum, nei programmi Rai e nei grandi giornali. Per fortuna ce ne sono di meno grandi ma più attenti e più democratici. La società civile si sta organizzando, nonostante le “minacce” e i “veti”. Non sarà una passeggiata, la battaglia per il No, ma non possiamo non combatterla: non oseremmo più guardarci allo specchio, se mettessimo la testa sotto la sabbia per paura. Il governo non ci fa paura e soprattutto non ci fate paura voi, padri costituenti Napolitano e Verdini.