domenica 11 ottobre 2015

Il Sole 11.10.15
Troppa pressione. Germania in difficoltà
Ora anche la Merkel vuole redistribuire i profughi
di Beda Romano


Ancora in occasione del vertice dei capi di stato e di governo dell’Unione di fine settembre, la Germania difendeva il Principio di Dublino, vale a dire l’assetto di norme che oggi regolamenta l’immigrazione in Europa.
A sorpresa, mercoledì la cancelliera Angela Merkel ha definito “obsoleto” il regolamento. «Chiedo – ha detto a Strasburgo – una nuova procedura» per redistribuire in tutta Europa «con equità» i richiedenti l’asilo. Ormai, anche a Berlino fa comodo istituzionalizzare una redistribuzione dei migranti in Europa.
Il regolamento di Dublino prevede tra le altre cose che un rifugiato debba chiedere asilo nel paese di primo sbarco.
Oberati dall’arrivo di migliaia di migranti, Italia e Grecia hanno ottenuto di introdurre eccezioni a questo principio, ricollocando in tutta Europa 160mila persone arrivate nei due paesi. Nel chiedere per il futuro una redistribuzione equa dei migranti che si stanno trasferendo in Europa, la Germania non vuole solo venire incontro a Roma o ad Atene; vuole anche aiutare eventualmente se stessa.
Oggi, la prevista redistribuzione di 160mila persone deve servire ad alleviare le pressioni migratorie sui paesi del Sud o dell’Est, quelli alla frontiera esterna dell’Unione. Domani, il principio del ricollocamento potrebbe servire ad alleviare anche paesi come la stessa Germania.
Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio federale per la migrazione e i profughi, tra gennaio e settembre il paese ha ricevuto 303.443 domande di asilo, con un aumento annuo del 123%.
La situazione internazionale fa pensare a nuovi arrivi nel prossimo futuro. La politica rumoreggia. La popolazione frena.
La società tedesca è in genere d’accordo con la strategia dell’accoglienza decisa dalla signora Merkel, ma teme di non riuscire a gestire una sfida, paragonata da molti commentatori con quella dell’unificazione.
In una recente intervista a Bild, il leader del partito cristiano-sociale bavarese e alleato della signora Merkel Horst Seehofer ha detto che la capacità di accoglienza della Germania è “limitata”.
I socialdemocratici, anch’essi al governo, chiedono il numero chiuso. La cancelliera è in difficoltà.
L’ultimo sondaggio Forsa mostra che la popolarità della signora Merkel è al 47%. Era al 75% in aprile.
Pensare di fare marcia indietro sull’accoglienza dei rifugiati è difficile, tanto più che la scelta è strategica, oltre che umanitaria: il paese deve ringiovanire la sua popolazione.
Una riforma del Principio di Dublino, introducendo una suddivisione più equilibrata e solidale dei rifugiati, diventa a questo punto una valvola di sfogo, uno strumento concreto per riequilibrare la presenza migratoria e una risposta politica per rispondere alle angoscie nazionali.
La Commissione europea ha già annunciato che intende presentare a breve nuove ipotesi di riforma. Si deve presumere che quest’ultime si baseranno su qualche forma di ricollocamento dei rifugiati.
Potrà contare sull’appoggio della Germania; ma il tema rimane controverso, come ha dimostrato il difficile negoziato sulla redistribuzione di 160mila profughi appena concluso (nel vertice europeo della settimana prossima i Ventotto ribadiranno di voler attuare la decisione rapidamente).
Avverte un diplomatico del Nord Europa: «Ricollocare i rifugiati arrivati in Italia e in Grecia già non è facile: quanti di loro sono pronti ad andare in Slovacchia o nei paesi baltici? Possiamo immaginare la difficoltà a costringerli a lasciare la Germania per un altro paese».