domenica 4 ottobre 2015

Il Fatto 4.10.15
Ugo Sposetti come equivoco e la sinistra in quanto destra
di Marco Palombi


Ugo Sposetti è signore simpatico con dei baffi d’antan, un militante politico di lungo corso, un terragno viterbese nato nelle Marche, un fondamentale uomo di mano della filiera Pci-Pds-Ds. È stato l’ultimo tesoriere della Quercia e l’uomo che l’ha salvata dalla bancarotta. Sposetti e i suoi baffi in quello sport pigro che sono le cronache parlamentari stanno sempre tramando qualcosa, sistemando una faccenda di soldi, sussurando con qualcuno di un complotto esteso quanto permette la fantasia del cronista. Se in un pezzo c’è il nome di Sposetti, prima o poi ci sarà anche quello di D’Alema: i due, direbbe un teologo, sono consustanziali.
La realtà è che da un bel po’e Renzi ne è la plastica dimostrazione Sposetti e D’Alema contano poco: non controllano la macchina, non controllano la borsa, non hanno i voti. Niente di strano: il potere va, il potere viene. La cosa che invece colpisce del nostro ancor più che del fu leader Massimo è l’equivoco in cui vive: sembra sinceramente convinto di fare tutto nell’interesse del Partito (e s’intende il Pci) per garantirne una trasmigrazione nel futuro.
Poi uno va in Parlamento e mentre la forza del movimento operaio scorre potente nei suoi baffi appoggia Monti, vota i tagli di spesa, il pareggio di bilancio, il Jobs Act, le riforme di Renzi, etc. È gente che vive nel tempo lungo della Storia: avanzate e ritirate, tattica e strategia. E si sa, nel lungo periodo saremo tutti morti. E poi magari la destra è solo la prosecuzione della sinistra con altri mezzi...