martedì 27 ottobre 2015

Corriere 27.10.15
Gli attacchi al direttore delle Entrate, Rossella Orlandi
Sono giochi pericolosi
di Antonella Baccaro


Gli attacchi al direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, gettano ombre sulla gestione di una struttura fondamentale per la tenuta dei conti pubblici.
Quanto durerà la tregua sull’Agenzia delle Entrate? Gli attacchi continui al direttore Rossella Orlandi, culminati nella richiesta di dimissioni da parte di un sottosegretario del governo, poi respinta dal ministro dell’Economia, gettano ombre sulla gestione di una struttura fondamentale per la tenuta dei conti pubblici. Si può essere d’accordo o meno sul fatto che la caccia all’evasione fiscale si debba avvalere di blitz a Capri o a Cortina, e si può cambiare idea sul fatto che la soglia del contante debba essere posta a mille o tremila euro: si tratta di scelte politiche legittime, come tali passibili di essere messe al centro del dibattito politico e, quando sarà il momento, del giudizio dell’elettorato.
Quello che non si può fare è trascinare la gestione dell’Agenzia delle Entrate nel pieno dello scontro politico. Ieri al sottosegretario Zanetti di Scelta civica che attaccava Orlandi si contrapponeva Roberto Speranza della minoranza pd che la difendeva. Una rissa nella maggioranza, l’ennesima, di cui non si sentiva il bisogno. D’altra parte l’appello pubblico lanciato da Orlandi circa l’impossibilità dell’Agenzia delle Entrate di svolgere il proprio compito, appello che ha fatto detonare la polemica, poteva essere evitato. Ci sono sedi deputate per discutere di quello che funziona o meno in una struttura fondamentale dello Stato che tutti i giorni interviene nella vita (e soprattutto nelle tasche) dei cittadini.
Per i contribuenti che sono chiamati a misurarsi con un fisco ancora molto esigente e complicato si tratta di polemiche incomprensibili, il cui unico effetto è dare l’impressione che la macchina non sia governata. Con quali conseguenze è facile immaginare: l’idea che l’Agenzia delle Entrate sia debole strutturalmente e non sostenuta politicamente mette le ali a quanti ritengono che non pagare le tasse non sia derubare i cittadini onesti, ma punire uno Stato inefficiente. E litigioso.