domenica 25 ottobre 2015

Corriere 25.10.15
Il conclave comunista
I prossimi 5 anni della Cina decisi nell’hotel dell’esercito
Darà l’indirizzo e il prossimo leader della Cina Plenum al via: perché conta più della Fed
di Guido Santevecchi


L’appuntamento è fissato per domani in un albergo gestito dall’esercito a Pechino. Il Plenum del Comitato centrale del Partito comunista è convocato per varare il Piano quinquennale 2016-2020, il primo di Xi Jinping, visto che quello che si chiude ora era stato ereditato dalla precedente leadership. In quell’hotel si decide il destino della Cina. Nei suoi quasi settant’anni di storia il Plenum era stato anche teatro di purghe al vertice orchestrate da Mao per consolidare il potere; in un Plenum straordinario nel 1989 fu esautorato il premier Zhao Ziyang che era contrario alla repressione in piazza Tienanmen.

PECHINO L’espressione Piano quinquennale sembra una reliquia del passato. Ma domani, in un albergo gestito dall’esercito a Pechino, il Plenum del Comitato centrale del Partito comunista è convocato proprio per vararlo. Nei suoi quasi settant’anni di storia il Plenum era stato anche e soprattutto teatro di purghe al vertice orchestrate da Mao per consolidare il suo potere assoluto; in un Plenum straordinario nel 1989 fu esautorato il premier Zhao Ziyang che era contrario alla repressione sulla Tienanmen. Nel 1978 in un Plenum diventato poi storico Deng aveva annunciato ai compagni l’apertura all’economia di mercato (ci vollero mesi in Occidente per capirne la portata). Questo Plenum varerà il Piano quinquennale 2016-2020, il primo di Xi Jinping, visto che quello che si chiude ora era stato ereditato dalla precedente leadership.
Tutto è già stato deciso in segreto. Sono state fatte filtrare previsioni secondo le quali il documento di cento pagine che giovedì notte riassumerà la riunione dovrebbe annunciare che l’obiettivo di crescita della Cina, seconda economia del mondo con i suoi 10.300 miliardi di dollari di Pil conteggiati a fine 2014, scenderà intorno al 6,5 per cento, forse anche al 6, per i prossimi cinque anni. Quindi, un conclave cinese che il mondo farà bene a seguire con lo stesso interesse almeno riservato alle decisioni della Federal Reserve americana sui tassi d’interesse. Tra l’altro, venerdì la Banca centrale di Pechino ha tagliato per la sesta volta in un anno i tassi, stimolando un rialzo delle Borse internazionali.
La stampa statale cinese, ispirata dalle veline del ministero della Propaganda, ha già anticipato alcuni degli obiettivi di questo 13° Piano quinquennale: raddoppiare il reddito pro capite dei cinesi entro il 2020 rispetto al valore del 2010; sradicare l’ultima enorme sacca di povertà in Cina: 70 milioni di persone che vivono con 355 dollari all’anno. Significherebbe far uscire dalla soglia di povertà un milione di persone al mese, ma se si pensa che negli ultimi trent’anni sono stati 600 milioni i cinesi sollevati dalla povertà, la promessa non sembra velleitaria.
Nel 1962, nel pieno dell’era Mao, al termine del disastroso «Grande Balzo in Avanti» proclamato dal Grande Timoniere che causò una carestia atroce, il Prodotto interno lordo cinese era di soli 46 miliardi, da Paese del Terzo mondo. Oggi supera i 10.300.
Ma gli anni della crescita a doppia cifra sono finiti (il terzo trimestre 2015 si è chiuso al 6,9%) e c’è la «nuova normalità» ammessa dal presidente Xi. Il Piano quinquennale serve a dettare le priorità: che sono la trasformazione da economia basata su investimenti pubblici immensi nell’industria e nelle infrastrutture per spingere le esportazioni di prodotti, a mercato maturo sostenuto da consumi interni e servizi.
Però, nel Plenum che si apre domani i giochi segreti della politica cinese saranno ancora presenti. Il Comitato centrale è composto da 205 membri permanenti (più altri 150 supplenti). Nella sala del Jingxi Hotel di Pechino ne saranno presenti non più di 200: gli assenti sono sotto inchiesta o già espulsi dal partito nella grande campagna anticorruzione. Nelle ultime settimane le inquisizioni al vertice si sono intensificate: dicono che Xi abbia voluto chiudere molte pratiche per poter aprire la strada ai suoi uomini.
Questo Plenum sarà decisivo anche per la determinazione della nuova nomenklatura che sarà «eletta» Plenum del 2017, subito dopo il Congresso del partito.
Dai quattro giorni di riunione che si aprono domani, oltre al Piano quinquennale, uscirà forse il prossimo presidente in pectore della Repubblica popolare. Ma anche questo il mondo lo saprà tra parecchio tempo, con i tempi dettati dal partito comunista cinese.