sabato 17 ottobre 2015

Corriere 17.10-15
I conflitti palestinesi.

La lunga storia dell’Intifada
risponde Sergio Romano


In Medio Oriente assistiamo a una «escalation» di violenze, nonostante John Kerry, il segretario di Stato americano, stia cercando di organizzare un vertice in Giordania. E ora Israele ha imposto il coprifuoco e il blocco dei quartieri della parte araba di Gerusalemme dopo gli ultimi attacchi terroristici. Tutti parlano di terza Intifada; che successe nella prima e nella seconda?
Enrica Terzi

Cara Signora,
Se gli eventi dei prossimi giorni confermassero questi timori sarebbe più giusto, probabilmente, parlare di quarta Intifada. La prima risale alla seconda metà degli anni Trenta quando le persecuzioni naziste ebbero l’effetto di aumentare considerevolmente la popolazione ebraica in Palestina. Il numero annuale degli immigrati passò da 4.075 nel 1931 a 61.854 nel 1935. Vi era già stata una rivolta araba nel 1929, duramente repressa dall’amministrazione britannica. Ma la caccia all’ebreo e i continui scontri fra le due comunità, dal maggio all’ottobre del 1936, provocarono un intervento armato della potenza coloniale che lasciò sul terreno 34 soldati.
Quella prima Intifada ebbe due conseguenze. In primo luogo persuase Londra a prendere in considerazione per la prima volta la spartizione della Palestina fra due distinte entità statuali. In secondo luogo favorì la nascita, nel campo ebraico, di gruppi armati, ispirati dal revisionismo conservatore di Ze’ev Jabotinsky, una delle più audaci e carismatiche personalità ebraiche di quegli anni. Questi e altri gruppi avranno una parte di primo piano nella campagna di attentati contro le forze britanniche dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
La prima intifada dopo la formazione dello Stato d’Israele scoppiò in un campo profughi nell’ottobre del 1987, si estese all’intero territorio e provocò, fra i palestinesi, più di un migliaio di morti. Fu chiamata l’«intifada delle pietre» perché queste erano le armi degli insorti. Ma vi furono anche scioperi, barricate e manifestazioni di disobbedienza civile che si protrassero fino agli accordi di Oslo fra Shimon Peres e Yasser Arafat del 1993.
L’Intifada successiva scoppiò il 28 settembre del 2000 e fu causata da una provocatoria passeggiata di Sharon (allora leader dell’opposizione) sulla spianata delle moschee con un folto seguito di militanti politici e poliziotti. Come le altre, ha una data d’inizio: il giorno in cui viene scagliata la prima pietra o scoppia la prima bomba. Ma non ha una fine. Esausti e incapaci di prevalere, gli insorti riducono gradualmente il numero delle loro azioni. Ma la miccia lunga del conflitto israelo-palestinese continua a bruciare.