venerdì 16 ottobre 2015

Corriere 16.10.15
Classe media in ascesa, sorpasso cinese sugli Usa (anche grazie alle donne)
Sono 109 milioni i cittadini «middle class», 92 in America
di Guido Santevecchi


PECHINO La crescita dell’economia cinese rallenta, ma la sua capacità di concentrare ricchezza nelle mani di singoli aumenta. Tanto che quest’anno l’elenco dei miliardari (in dollari) nella Repubblica popolare si è allungato a 596 nomi, 242 in più rispetto al 2014. Significa sorpasso nei confronti degli Stati Uniti, dove i «billionaires» sono 537. I dati sono contenuti nella Hurun List compilata a Shanghai, equivalente cinese di Fortune . E se si considera quella che si chiama «Greater China», vale a dire Hong Kong, Macao e Taiwan, i super-ricchi che parlano mandarino salgono a 715.
In testa alla classifica con 34,4 miliardi c’è Wang Jianlin, presidente del Dalian Wanda Group, partito nel settore immobiliare e poi estesosi diversificando nel campo dell’intrattenimento, del turismo e della finanza. Wang ha in portafoglio tra l’altro la catena di cinema americani AMC acquistata per 52 miliardi e la Infront che detiene i diritti televisivi di decine di eventi sportivi internazionali tra i quali la Serie A italiana di calcio. La ricchezza personale del signor Wang fino a cinque anni fa era fondata al 90% sul mattone, mentre oggi l’immobiliare rappresenta solo il 50% del suo patrimonio.
Wang ha scavalcato il fondatore di Alibaba, Jack Ma, che ora è secondo con 22,7 miliardi di dollari di fortuna. Il re dell’e-commerce risente della caduta alla Borsa di New York della quotazione della sua creatura, che gli ha fatto perdere quasi il 3% di ricchezza (sempre sulla carta, visto che si parla di azioni). È l’IT, l’Information Technology, il settore che sta sfornando il maggior numero di nuovi miliardari in Cina: 210. Nei primi dieci della classifica, cinque vengono dal settore Tech, come Ma Huateng di Tencent, Lei Jun di Xiaomi, Robin Li e Melissa Ma di Baidu. Ma la manifattura industriale e la proprietà immobiliare restano ancora la prima fonte di ricchezza nel sistema produttivo cinese, contando rispettivamente il 28% e il 16% dei nomi nella Hurun List.
Un aspetto significativo dell’universo miliardario cinese è rappresentato dalle donne: le leader di grandi aziende miliardarie sono il 21%. La prima è Zhou Qunfei, che ha fondato l’azienda di touchscreen Lens Technology e vale 17 miliardi.
La Hurun List dedica una sezione anche ai cinesi con una fortuna personale di almeno due miliardi di yuan (320 milioni di dollari): sono 1.577. Sommata, la loro ricchezza è di 2.100 miliardi di dollari, lo stesso valore del Pil dell’intera Russia. Sorpasso cinese sugli Stati Uniti anche nei numeri della classe media: secondo uno studio di Credit Suisse, la Cina ha 109 milioni di cittadini di «middle class», mentre gli americani sono 92 milioni. Primi gli europei: 194 milioni (gli italiani sono 29 milioni secondo la stima dell’istituto svizzero). La classe media cinese dal 2000 è cresciuta di 43 milioni di unità, mentre quella americana solo di 22. Le analisi sulla «middle class» finora sono sempre state rapportate alla popolazione degli Stati Uniti, il Paese che aveva il numero più alto di abitanti con un reddito di almeno 50 mila dollari. E i nostri consumi, i prodotti che si impongono anche sul nostro mercato, sono stati un riflesso del successo partito dagli Usa: ora, se la bilancia di questo benessere si sposta verso la Cina e l’Asia, è possibile che anche le nostre abitudini di consumatori ne risentano.
La Repubblica popolare dei record miliardari resta anche un Paese ad alta diseguaglianza sociale: 70 milioni di cinesi sopravvivono con 2.300 yuan all’anno, 300 euro. Il governo promette di riscattarli tutti in sei anni, a un ritmo di un milione al mese.