venerdì 16 ottobre 2015

La Stampa 16.10.15
Al nuovo Musée de l’Homme di Parigi
la storia dell’evoluzione parte dal futuro
La riapertura alla vigilia della Conferenza sul clima nella capitale
di Aline Arlettaz


La riapertura di domani del Musée de l’Homme di Parigi, un paio di settimane prima della conferenza internazionale sul clima che si terrà nella Ville Lumière, segna la volontà di ricordare ai capi di stato e ai governi di tutto il mondo l’importanza di garantire il pieno rispetto per la diversità e l’universalità umana nel proprio ambiente.
L’uomo si evolve, e così il suo museo. Dopo sei anni di lavoro, il percorso e gli spazi sono stati completamente ridisegnati intorno a un progetto culturale e scientifico unico. Il Musée de l’Homme, rimesso a nuovo, evoca l’uomo e la sua evoluzione come nessuno ha mai fatto.
Si trova nel Palais de Chaillot, sulla maestosa Place du Trocadero, centro della vita culturale e turistica di Parigi. L’edificio fu costruito per l’Esposizione Internazionale del 1937 e ospita quattro istituzioni culturali: la cité d’architecture, le théâtre national, le musée de la marine e le musée de l’homme.
Le due ali del palazzo circondano l’esplanade des Libertés et des Droits de l’Homme e il Champ de Mars. Il Musée de l’Homme, fondato nel 1938, ospitò durante la Seconda Guerra Mondiale la prima rete di resistenza dalla primavera del 1940 con numerosi membri del personale, bibliotecari, ricercatori e studenti raccolti attorno a Yvonne Oddon, Pierre Brossolette o Genevieve Gaulle Anthonioz, cui il Museo ora rende omaggio dedicando a ciascuno di loro una sala.
Il visitatore potrà camminare in un’area di 3100 m², disposta in modo eccellente, che ruota intorno a tre domande fondamentali: «Chi siamo?», «Da dove veniamo?», «Dove stiamo andando?». Si possono ammirare 7000 oggetti preistorici e 3000 campioni e rappresentazioni del corpo umano. Questa grandiosa riorganizzazione fa rivivere ciò che aveva fatto l’originalità di questa istituzione, quando Paul Rivet (1876-1958) la creò. Secondo questo antropologo di sinistra, molto impegnato, il museo mirava a capire «l’uomo come un tutto indivisibile nello spazio e nel tempo».
Nel 2015, il nuovo museo ripercorre l’evoluzione delle linee umane e la progressiva comparsa dell’Homo sapiens insieme ad altre specie umane scomparse, basandosi sulla sua eredità di secoli di collezioni, raccolte sul campo , donazioni e acquisizioni. Nella Galerie de l’Homme il pubblico troverà il cranio del Cro-Magnon e quello del filosofo Cartesio, o anche la delicata Venere di Lespugue in avorio di mammut, risalente a 20 mila anni fa. Le collezioni sono arricchite dalle conoscenze acquisite negli ultimi decenni in tutte le discipline delle scienze umane che hanno ampliato le domande sul futuro della specie umana.
Il museo mostra la continua interazione dell’uomo con la natura e la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle condizioni ambientali. Una delle sue peculiarità è voler aiutare la riflessione individuale con la creazione del “balcone della scienza”, dove il visitatore può andare dietro le quinte del museo, avere il polso della ricerca e incontrare, sulla base di un calendario prestabilito, ricercatori, antropologi, storici, filosofi e biologi.
Nell’ultima parte del percorso museale, i visitatori diventeranno attori. Viene loro chiesto di pensare al futuro, guardando e ascoltando i loro simili rispondere a un insieme di domande sul futuro della specie umana, le relazioni tra i paesi e le società e il futuro del pianeta. Una cabina di registrazione permette di dare il proprio contributo che andrà poi ad aggiungersi alle altre testimonianze raccolte per sensibilizzare sul mondo in cui viviamo.
Qualsiasi turista in visita a Parigi dovrebbe visitare il Musée de l’Homme . Sperando che ne esca più responsabile.
Traduzione di Carla Reschia