domenica 11 ottobre 2015

Corriere 11.10.15
Nessuna resa sull’ambasciatore gay Parigi lascia vacante la sede vaticana
Libération dopo mesi di stallo: Hollande non indicherà altri nomi finché sarà presidente
di Stefano Montefiori


PARIGI Laurent Stefanini, attuale capo del protocollo dell’Eliseo, non sarà ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Il braccio di ferro diplomatico che dura dal 5 gennaio scorso, giorno della sua designazione da parte di Parigi, «è finito», secondo il quotidiano Libération , o meglio nessuno si aspetta più che venga trovato un accordo: il Vaticano continuerà a non accettare le credenziali di Stefanini, omosessuale, e l’Eliseo non indicherà altri candidati. Di nuovo, rispetto ai mesi scorsi, c’è il mutuo e tacito riconoscimento che nulla cambierà finché Hollande è all’Eliseo.
La sede di Villa Bonaparte dovrebbe restare vacante fino al 2017, quando scadrà l’attuale numero 2, l’incaricato d’affari François-Xavier Tillette, e quando si concluderà il primo mandato (ma un secondo non è del tutto escluso) di François Hollande. Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve sarà a Roma il 18 ottobre in occasione della canonizzazione dei genitori di Santa Teresa di Lisieux, ma non ci si aspettano maggiori passi in avanti rispetto alla visita dello stesso Cazeneuve in Vaticano il 17 maggio scorso, per la canonizzazione di Jeanne-Emilie de Villeneuve. Ognuno resta sulle sue posizioni. E pur di non fare marcia indietro indicando un altro nome, la Francia accetta di condurre le relazioni con la Santa Sede a un livello inferiore.
Il paradosso è che la nomina del responsabile del protocollo presidenziale Stefanini — «l’uomo migliore che sia possibile immaginare come ambasciatore francese in Vaticano», ha sempre detto l’Eliseo — salta proprio per motivi protocollari più che sostanziali. Il problema non sarebbe tanto, o non solo, la sua omosessualità, quanto il modo con il quale la sua designazione è stata pubblicizzata.
Il 17 aprile scorso papa Francesco ha voluto ricevere Stefanini alla Casa di Santa Marta per rendere chiaro che il rifiuto non era legato alla sua persona. Se il Vaticano non accetta le credenziali, è perché Parigi ha dato l’impressione di considerare il sì della Santa Sede come un atto dovuto e scontato. La notizia che il nuovo ambasciatore sarebbe stato lo stimatissimo Stefanini ha cominciato a circolare quando ancora il predecessore Bruno Joubert non aveva finito il suo mandato, e senza aspettare il via libera ufficiale della Santa Sede. Via libera che, per questo motivo, non è arrivato e non arriverà.
Sullo sfondo la questione del mariage pour tous , la legge francese che autorizza il matrimonio degli omosessuali e che ha aperto la crisi tra Francia e Vaticano. Gli ambienti cattolici francesi contrari alle nozze gay, che erano scesi in piazza a migliaia per protestare contro «la fine della famiglia tradizionale», hanno considerato la scelta dell’omosessuale Stefanini come una provocazione da parte di Hollande.
Il presidente francese non vuole cedere perché la competenza di Stefanini è indiscussa e perché, dice un consigliere, «il giorno in cui una monarchia del Golfo vuole che nominiamo un musulmano poligamo, che facciamo?».
Non è la prima volta che la Francia si trova in difficoltà con la sede diplomatica in Vaticano. Nel 2007-2008 il posto rimase vacante dopo i rifiuti di Benedetto XVI nei confronti dello scrittore Denis Tillinac, divorziato e risposato, e di Jean-Loup Kuhn-Delforge (oggi ambasciatore in Grecia), omosessuale militante.
Stefano Montefiori