martedì 8 settembre 2015

Repubblica 8.9.15
“Processi più veloci per le nozze nulle” Francesco cambia anche la Sacra Rota
Oggi la riforma: mano tesa a chi vuole risposarsi Verso il superamento dei due gradi di giudizio
di Paolo Rodari


CITTÀ DEL VATICANO Il 4 novembre 2014 Francesco era stato chiaro: la Chiesa, aveva detto incontrando i partecipanti a un corso promosso dal Tribunale della Rota Romana, non faccia aspettare anni quanti hanno bisogno di sapere se il loro matrimonio è nullo o valido, è una questione di giustizia e di carità. E dalle parole, il Papa che già da arcivescovo di Buenos Aires soffriva per la lentezza con cui Roma rispondeva alle richieste di nullità presentate dalla sua diocesi, è passato ai fatti. Con due lettere «motu proprio» che vengono rese note in Vaticano questa mattina, va a riformare il processo canonico per quanto riguarda le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, sia nel codice di diritto canonico che nel codice dei canoni delle Chiese orientali. Le due lettere, che si intitolano «Mitis Iudex Dominus Iesus» e «Mitis et misericors Iesus», dettagliano tempi e modi di una riforma che va a semplificare le procedure al fine di snellire l’intero processo di nullità e fatta salva ovviamente (al di là dei tempi) la certezza morale del giudice.
Del tema ne ha dibattuto ampiamente anche il Sinodo dei vescovi sulla famiglia dello scorso ottobre. Tanto che, con ogni probabilità, la riforma papale seguirà le indicazioni del Sinodo, partendo dalle tre linee allora individuate: la cancellazione della necessità per le coppie di ottenere una sentenza conforme in appello, l’istituzione di giudizi monocratici e la potestà — per la verità molto dibattuta dai padri sinodali — per il vescovo diocesano di dichiarare nullo il matrimonio.
Nel gennaio scorso, nell’inaugurare l’anno giudiziario della Sacra Rota, il Papa aveva toccato l’argomento dicendo che «il giudice, nel ponderare la validità del consenso matrimoniale, deve tener conto del contesto di valori e di fede — o della loro carenza o assenza — in cui l’intenzione matrimoniale si è formata». In poche parole, il tribunale dovrebbe appurare se i due coniugi conoscevano i contenuti della fede cattolica al momento della promessa di matrimonio.
Il Sinodo, a larga maggioranza, si era espresso in particolare circa la necessità di superare la cosiddetta «doppia sentenza conforme». Oggi per arrivare al giudizio di nullità occorrono due giudizi: un “primo grado” e un “appello”. Se le due sentenze non sono concordi, si ricorre alla Rota romana. Il Sinodo spiegò che la proposta del giudizio unico potrebbe rappresentare una strada percorribile «fatta salva la possibilità di ricorso da parte del difensore del vincolo o di una delle parti», nel caso in cui la sentenza offra spunti di opinabilità. Venne ritenuta dalla maggioranza poco percorribile, invece, l’ipotesi di un «procedimento amministrativo sotto la responsabilità del vescovo diocesano». Mentre più consensi aveva riscosso la possibilità di un «accordo sulla possibilità di un processo canonico sommario nei casi di nullità patente».
Le domande di fondo che il Papa si è posto nella stesura dei testi di riforma hanno a che fare con le ferite di molte famiglie: come integrare nella comunità le persone separate in nuova unione? Come dimostrare nei fatti, e non più solo con gli annunci o con gli auspici che i divorziati, anche se risposati, continuano a far parte della Chiesa? Domande non semplici e a cui il Papa risponderà soltanto a Sinodo concluso. Ma intanto Francesco va a mettere in campo una riforma che risolve parte del problema: molte delle separazioni che colpiscono le famiglie, infatti, hanno origine da matrimoni non validi. Meglio, allora, arrivare velocemente alla dichiarazione di nullità piuttosto che scervellarsi circa l’opportunità o meno che queste coppie separate possano accedere all’eucaristia.
Più volte Francesco ha parlato in pubblico della nullità. In diversi interventi, tra cui lo scorso gennaio nell’udienza ai partecipanti a un convegno di esperti di diritto canonico, aveva indicato la propria intenzione di rendere più snelli e agevoli i percorsi per chi chiede il procedimento di nullità per il proprio matrimonio e aveva annunciato possibili «interventi legislativi» per velocizzare le procedure. Anche durante la conferenza stampa tenuta tornando dal Brasile nell’estate del 2013 si era espresso in proposito, dicendo chiaramente che «il problema giudiziale della nullità dei matrimoni si deve rivedere, perché i Tribunali ecclesiastici non bastano per questo».