domenica 6 settembre 2015

Repubblica 6.9.15
Renzi conferma: “Intesa non difficile da trovare” Ma la sinistra si divide
Gotor: “No a minestre riscaldate”.Damiano: “Si eviti lo scontro”. Il premier: “L’articolo 2 però non si tocca”
di Alberto Custodero


ROMA «La legislatura andrà avanti fino al 2018 e garantisco che la riforma del Senato sarà approvata entro il 15 ottobre». Matteo Renzi, da Cernobbio, fa il punto sulle riforme. «Ribadisco - ha precisato il premier - che sarà difficile rimettere in discussione l’articolo 2 (i senatori indicati dai consigli regionali,
ndr ),
che ha già avuto una doppia approvazione. Ma non è difficile trovare punti di accordo sulle singole questioni. È fondamentale che il Senato non dia più la fiducia al governo. Tra giugno e ottobre del 2016 ci sarà il referendum e sono certo che gli italiani diranno di sì».
«L’obiettivo - ha precisato Renzi - è quello di un Paese più semplice e più giusto. Il sistema delle riforme elimina il bicameralismo perfetto che non è mai stato l’effetto di una scelta, ma di una impasse». Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd, spiega poi che «il dialogo va bene», ma, aggiunge, «dobbiamo con determinazione fare le riforme, perché la storia dell’ultimo anno e mezzo ha dimostrato che se si fanno, l’Italia riparte». Renzi sa che è in casa che si gioca la partita più dura («La mia minoranza- ironizza - coerentemente mi ha contestato sempre»). Anche in questo caso arriva, puntuale, la contestazione. Con i senatori della sinistra Pd, Miguel Gotor: «No a una minestra riscaldata, già respinta a luglio nelle sedi istituzionali. Un compromesso è possibile solo se si modifica l’art.2». E Massimo Mucchetti: «Il negoziato, purtroppo, non esiste». L’unica base possibile per una ntesa è sancire in Costituzione l’elezione diretta del Senato».
Tentano una mediazione con i “dissidenti” dem il senatore pd Andrea Marcucci: «Non si può reclamare l’unità del Pd sulle riforme - spiega - e poi tornare a porre veti. La soluzione c’è, prevalga il senso di responsabilità». Nella sinistra interna, però, non tutti sono decisi a tenere la linea dello scontro. E infatti Cesare Damiano dice: «Sul Senato è decisivo trovare un accordo che eviti soprattutto uno scontro interno al Pd, che non verrebbe capito dai nostri elettori e dai militanti». Ma dall’opposizione, arriva l’ultimatum di Fi: «Basta con i gossip - intima Renato Brunetta - basta con le chiacchiere. Se Renzi vuole cambiare la riforma costituzionale e la legge elettorale, lo dica in Parlamento, con chiarezza e rispetto nei confronti dei cittadini italiani e di tutte le forze politiche».