sabato 5 settembre 2015

Repubblica 5.9.15
Guglielmo Loy, Uil
“La totale libertà di licenziamento via italiana alla crescita”
intervista di Valentina Conte


«Perché cambiare un sistema che sin qui non ha mai creato traumi? Per dare un segnale politico». Il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, ragiona a caldo sui controlli a distanza, una delle novità del Jobs Act.
Un segnale di che tipo?
«La via italiana alla crescita: le imprese hanno piena libertà di licenziare, demansionare, controllare. Mentre il governo si limita a trovare risorse per ridurre in modo indiscriminato il costo del lavoro. Questo è il Jobs Act di Renzi».
Non c’era, secondo lei, il bisogno di adeguare la normativa sui controlli, anche in ragione delle nuove tecnologie?
«Non mi sembra che nel Paese si fosse aperto un dibattito sull’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori. Quando arrivava una nuova tecnologia, ci si metteva attorno a un tavolo e si discuteva. Ora questo passaggio salta: né sindacati né autorizzazioni del ministero. E il lavoratore sa che il dato sensibile può essere usato anche a fini disciplinari. Il punto è sempre lì: le imprese devono essere libere di assumere e licenziare».
Non c’è altro nel Jobs Act?
«Il resto è fuffa o rimescolamento. Le politiche attive sembrano la riverniciatura di un palazzo decadente: il nulla. La riforma degli ammortizzatori ha pure aspetti positivi, ma il prezzo dello spostamento di risorse è alto. Nel 2016 sparisce la mobilità che ha aiutato 3-4 milioni di lavoratori. L’indennità di disoccupazione si allunga a 24 mesi, ma solo per chi ha una contribuzione piena. I lavoratori discontinui, come gli stagionali, sono penalizzati. Il decreto ne salva una parte, turismo e terme. E solo per il 2015. Ma dimentica tutti gli altri, come gli agroalimentari. E poi anche l’estensione degli ammortizzatori è pagato per due terzi dalle imprese e un terzo dai lavoratori. Il governo non ci mette un euro ».
Il criterio del bonus-malus serve però a impedire abusi.
«Finalità nobile, ma il meccanismo può rivelarsi molto costoso. E questo può indurre le aziende a non combattere per superare la crisi, anzi a ridurre personale. Un rischio alto».
E invece aspetti positivi?
«La norma per contrastare le dimissioni in bianco, speriamo sia la volta buona. L’Asdi e il congedo parentale resi strutturali, se non si usa il fondo per l’occupazione come copertura del congedo. La giusta correzione dell’articolo sui disabili, ma il rischio è sempre che molti non trovino uno sbocco».