giovedì 3 settembre 2015

Repubblica 3.9.15
Gli ammutinati dell’India
Faremo saltare il castello delle caste
L’agonia di una società basata sull’ineguaglianza
di Anita Nair


Anita Nair è una delle più famose scrittrici indiane contemporanee. Il suo ultimo libro è “L’alfabeto delle spezie” pubblicato in Italia da Guanda

UNA delle prime storie che ho sentito raccontare su mio nonno era che lui aveva infranto i confini di casta, a modo suo. Fino ad allora, i braccianti agricoli non avevano il diritto di avvicinarsi a meno di tre metri dalla casa padronale. Quando mio nonno decise che chi coltivava la sua terra sarebbe statoi benvenuto in casa sua, suscitò grandi proteste in famiglia e nella comunità.
Avevo circa 7 anni, quando me lo raccontarono per la prima volta. Che c’è di strano, pensai in modo sbrigativo. Mi resi conto di quanto fosse una decisione monumentale un anno dopo, quando vidi le foto di come si nutrivano i braccianti in Kerala. Si scavava una buca per terra e vi si poneva una grande foglia. Poi ci versavano una farinata. Così, come se fossero dei maiali o dei cani, mangiavano lì, per terra. Perfino il bestiame aveva tinozze di legno.
Molti della mia generazione, hanno sentito per la prima volta la parola casta in un contesto politico alla fine degli anni Settanta. Fino ad allora, sapevamo quello che i libri di storia ci avevano insegnato, e cioè che la società indiana era suddivisa in quattro divisioni principali sulla base del Rig Veda, uno dei testi sacri dell’induismo, e poi spiegate nel Manusm? ti:Bramini (sacerdoti), Kshatriya (coloro che hanno funzioni di governo) e Vaishya (agricoltori, allevatori di bestiame e commercianti). Secondo questo antico testo, gli Shudra svolgevano funzioni di servizio alle altre tre caste e sotto di loro vi erano i Paria. Queste caste definivano i ruoli necessari al funzionamento di ogni società. Ma a un certo punto i Sudra e i paria divennero oppressi oltre ogni immaginazione. Era una pratica crudele e disumana come la schiavitù. E nessuna credenza nel karma o nella reincarnazione poteva giustificarla.
La Commissione Mandal fu istituitanel 1979 con il mandato di “identificare le persone in condizioni di sottosviluppo sociale o educativo” per prendere in considerazione la richiesta di posti di lavoro e di quote per riparare alla discriminazione imposta dalle caste. Nel 1980, la relazione della Commissione stabilì che i membri delle caste inferiori avevano diritto a un accesso esclusivo a una certa porzione di lavori nel settore pubblico e di inserimenti in università statali.
In quel tipico enigma che è l’India, le caste più elevate oggi occupano un posto che gode di meno privilegi e di una crescente denigrazione che una volta toccava alle caste più arretrate.
Il sistema di riserve, che paradossalmente cercava di creare una società egualitaria, non ha fatto che creare un’altra società diseguale. E quindi, il caos che ne sussegue; i brontolii e i borbottii sotterranei che potrebbero manifestarsi in qualcosa di più terribile e violento continueranno finché in India non sapremo ridefinire chi sono quelli che meritano una speciale considerazione.
(Traduzione di Luis E. Moriones)