giovedì 3 settembre 2015

Il Sole 3.9.15
Cina, la madre di tutte le parate
«Congelati» i problemi economici, oggi in mostra la potenza militare
Celebrazioni. Pechino cerca il rilancio d’immagine per il 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale
di Rita Fatiguso


Pechino La megalopoli da 22 milioni di abitanti, in queste ore è ridotta a una ghost city. È diventata, a tavolino, una città fantasma, in nome della festa dei 70 anni dalla resa degli invasori giapponesi e della fine della Seconda guerra mondiale. Coincidenze della Cabala cinese, tutto ciò servirà a garantire uno spettacolodi soli 70 minuti in piazza Tian anmen, l’unico punto vitale di una città desertificata. Ma la valenza politica di questa parata militare è enorme per i vertici cinesi, oggi è di scena uno sforzo muscolare ben più arduo dell’ultima parata militare del 2009, quella organizzata per i 60 anni della nascita della Repubblica popolare cinese che, pure, seguiva a ruota la prima Olimpiade cinese della storia, altra impresa titanica della Cina moderna.
No. Oggi in piazza Tian anmen, sotto l’immagine senza tempo di Mao Zedong e alla presenza dei leader di mezzo mondo (si fa prima a dire chi non c’è) la Cina attanagliata da una profonda crisi di crescita si gioca la faccia (mianzi) davanti al mondo. Alle commemorazioni parteciperanno militari di dieci Paesi tra cui, soprattutto, Russia e Khazakstan, i cui capi di Stato, Putin e Nazarabaiev, amatissimi dal presidente Xi Jinping, sono stati accolti con tutti gli onori. Sfileranno 12mila truppe, 500 pezzi di equipaggiamento, 200 aerei.
I livelli di sicurezza che hanno ricacciato milioni di cittadini, di studenti, impiegati nelle loro case, hanno già da ieri e fino al prossimo wee-kend, aggiunto livelli mai visti. Restano a vagare nelle strade vuote gli 850 volontari in camicia azzurrina, il blocco totale del traffico ha colpito anche i giornalisti, testimoni necessari di tanta magnificenza, costretti a raggiungere il punto di raccolta in piena notte in molti hanno preferito bivaccare nel Media center, vicino alla fermata della metropolitana Military Museum.
Oggi ci sarà la dimostrazione di una rinnovata forza militare cinese, lo scorso week-end alle 8 del mattino di sabato 29 agosto gli abitanti di Pechino già hanno avuto un assaggio, con l’anteprima del Secondo corpo di artiglieria e, per la prima volta, i missili a medio raggio nucleari DF-26C. Durante le prove generali abbiamo visto in cielo gli aerei volare compatti a volo radente. Sembra che finora la maggior parte dei mezzi non sia stato mai mostrato, un po’ come l’argenteria di famiglia che si preferisce tenere ben riposta nei cassetti del buffet. Perfino i volatili, i piccioni, i corvi che pullulano i cieli di Pechino e nidificano dove possono sono stati messi sotto controllo da macachi ghiotti di nidi e da falconi addestrati alla caccia degli uccelli.
Ogni forma di manifestazione e di informazione relativa alla parata è stata puntigliosamente regolamentata. Anche per questo i dati congiunturali dell’economia nei giorni prossimi saranno congelati, per evitare di turbare la manifestazione. È toccato fino a ieri al Governatore della Banca centrale fare gli straordinari, le borse hanno aperto in profondo rosso e lui è dovuto intervenire ancora una volta usando ormai una tale serie di strumenti da far paura, ieri gli acquisti sul mercato azionario sono stati effettuati dalla China financial securities alla cui dote hanno deciso di contribuire le principali agenzie di brokeraggio colpevoli delle mosse ardite o speculative dei giorni scorsi. Non solo, per sostenere lo yuan pericolante dopo la mossa sulla svalutazione ha imposto alle banche commerciali di congelare riserve in valuta (leggi:dollari) per il 20 per cento e a lungo termine. Misure prese ad hoc, beninteso.
Ogni soluzione più radicale dei problemi interni è rimandata a dopo la festa. Oggi c’è da mostrare al mondo di che pasta è fatta questa Cina.