sabato 19 settembre 2015

Repubblica 19.9.15
L’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, apre alla mediazione di Renzi
Riforme, intesa vicina Bersani: “Sì alla modifica ma dentro l’articolo 2”
di Silvio Buzzanca


ROMAL’accordo sulla riforma costituzionale è vicino, molto vicino. La maggioranza del Pd e la minoranza sono pronti a riscrivere il comma 5 dell’articolo 2 e inserire qualcosa che rinvia al potere degli elettori di scegliere i consiglieri regionali da eleggere senatori.
Gli indizi che qualcosa si stia muovendo sono diversi.
«La riforma verrà approvata e anche molto velocemente», dice, per esempio al Tg1 Luigi Zanda. Il capogruppo del Pd al Senato spiega che si sta lavorando «alla ricerca di una formula che vada bene a tutto il Pd, naturalmente alla maggioranza di governo e a una platea quanto più larga possibile del Parlamento». Certo, continua Zanda, «ci sono questioni tecniche da chiarire. Ma dal punto di vista della sostanza politica considero in fase molto avanzata di soluzione il problema della designazione da parte dei cittadini dei consigli regionali che saranno anche senatori». Apertura autorevole, presa di posizione impegnativa che sembra una risposta diretta a Pier Luigi Bersani che su Facebook aveva chiesto proprio un passo avanti, un segnale chiaro.
«Leggo di disponibilità a discutere modifiche delle norme sul Senato. Sarebbe davvero una buona cosa», scrive su Facebook l’ex segretario dopo le prime indiscrezione su un possibile accordo. Certo, aggiunge, Bersani, la questione di fondo è semplice: bisogna che in modo inequivocabile i cittadini-elettori decidano e questo può essere solo affermato dentro l’articolo 2». Il clima disteso viene certificato anche da Matteo Renzi che a margine del Consiglio dei ministri ha detto «bisogna fare di tutto per coinvolgere quanti più senatori possibili ma i numeri, perché gli italiani abbiano meno politici e più politica, regole più semplici, procedure più snelle, sono presenti sia al Senato che alla Camera». Certamente non tutto è in discesa e si gioca a ping pong. E quelli della minoranza ieri non hanno gradito molto un Matteo Orfini che incitata a non a scaricar sulle istituzioni le tensioni interne al Pd. In attesa degli emendamenti, Pietro Grasso fa però sapere che lui non ha ancora deciso nulla sull’ammissibilità: «Non posso decidere se non li conosco. Stupisce come certe volte le notizie anticipino i fatti», dice il presidente del Senato. Una mano all’iter della riforma arriva dal leader di Confindustria Giorgio Squinzi che dice che si è sulla strada giusta e si augura «che si arrivi in tempo». E anche l’agenzia di rating Moody’s promuove le riforme: «La legge elettorale è “credit positive”, dice l’analista Marco Zaninelli. E ha un effetto positivo «se accompagnata dalla riforma del Senato».