venerdì 11 settembre 2015

Repubblica 11.9.15
Bersani: “Senato elettivo o non voto”
L’ex segretario: “Va superato lo stallo sull’articolo 2, ma la vedo dura”. Applausi alla festa dell’Unità di Firenze Il tavolo bicamerale del Pd sarà allargato anche all’Ncd. I governatori: “Più competenze e noi senatori di diritto”
di Giuseppe Alberto Falci

ROMA «Voterò la riforma soltanto se si supererà lo stallo sull’articolo 2, ma la vedo dura». Alla fine di una giornata iniziata con il primo incontro della commissione bicamerale del Pd sul ddl Boschi, Pier Luigi Bersani torna a battere i pugni dalla festa del Pd di Firenze. A casa del premier-segretario gli applausi per lui si sprecano e l’ex leader invia un segnale a Palazzo Chigi. Il tasto su cui batte Bersani è sempre lo stesso: modificare l’articolo 2 del disegno di legge sulla riforma, quello sull’elettività del Senato. Dunque, anche se il sottosegretario alle riforme Luciano Pizzetti esclude la fiducia sul punto, le distanze restano siderali. Nella prima riunione del tavolo sulle riforme, che si è tenuta ieri a Palazzo Madama e che tornerà a riunirsi stamane alle 10,30, si è aperto il confronto. È stato definito un metodo, ma, assicurano, «non si è entrato nel merito delle questioni». Il nodo elettività non è stato affrontato, ma si è discussa la ridefinizione delle funzioni e le competenze del nuovo Senato delle autonomie. Al tavolo hanno preso parte Maria Elena Boschi, Pizzetti, i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, Emanuele Fiano, la capogruppo in Commissione affari costituzionale Doris Lo Moro e la deputata Barbara Pollastrini, entrambe della minoranza. Un incontro preliminare che non è risultato divisivo. D’altro canto, «è già un fatto positivo aprire un tavolo istituzionale - ha spiegato la Lo Moro, che è anche uno dei firmatari del documento dei dissidenti». Ma, continua, «il problema è politico, anche se non escludo che il tavolo istituzionale possa sciogliere i nodi politici». Però gli interventi migliorativi non riguarderanno l’elettività del Senato. Avverte il vicesegretario Lorenzo Guerini: «Qualcuno non pensi di riportare le lancette dell’orologio al punto zero, significherebbe mettere in discussione la possibilità di arrivare fino in fondo». Si lavora sì «ad una soluzione che sia condivisa tra Camera e Senato, perché ovviamente ci auguriamo che questa sia la lettura definitiva», ha detto il ministro Maria Elena Boschi. Nei prossimi giorni il tavolo istituzionale potrebbe essere esteso anche al Ncd di Angelino Alfano. Intanto, sfilano i governatori di Piemonte, Campania e Toscana per le audizioni in commissione Affari costituzionale. Sergio Chiamparino mette sul tavolo: «Nel nuovo Senato servirebbe la presenza degli esecutivi regionali, dei sindaci ma anche dei presidenti delle Regioni, insieme alle minoranze».