La Stampa 8.9.15
C’è una seconda Stonehenge ed è ancora più spettacolare
Un radar scopre in Inghilterra una serie di 100 megaliti “Innalzati per formare un ferro di cavallo e poi sepolti”
di Vittorio Sabadin
Una straordinaria scoperta archeologica potrebbe aiutarci a capire qualcosa di più del più famoso e misterioso monumento della preistoria, Stonehenge. A tre chilometri dal sito frequentato ogni anno da migliaia di adepti al celtismo e alle religioni neopagane uno speciale radar che scruta il terreno ha individuato 100 possenti megaliti sepolti dal passare dei millenni. Intorno al 2500 a. C. erano stati innalzati per fare da corona a un anfiteatro naturale a forma di ferro di cavallo per ragioni che ci sono ignote. Per le stesse ignote ragioni sono stati poi «smontati» e abbattuti sul terreno da chi li aveva faticosamente eretti.
Il professor Vince Gaffney, capo del team che ha lavorato per mesi alla ricerca, è entusiasta: «Al mondo non esiste nulla di paragonabile, il sito è assolutamente unico nel suo genere e la scoperta straordinaria». La maggior parte dei megaliti, che non sono ancora stati dissepolti, pesa decine di tonnellate e raggiunge l’altezza di oltre quattro metri. Sono allineati a partire da «Durrington Walls», un villaggio neolitico che aveva più di 1000 abitazioni, e sembrano indicare la posizione del Sole all’alba del Solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno. «Una sola cosa è certa - ha detto Gaffney -: erano stati innalzati per impressionare».
La notizia rende ancora più vasto e affascinante il complesso monumentale di Stonehenge, la cui origine e il cui scopo non sono mai stati spiegati in modo convincente. Come sempre avviene quando si scoprono antiche ed elaborate costruzioni apparentemente prive di senso, anche in questo caso sono state addotte motivazioni rituali e religiose, diventate ormai la spiegazione buona per tutti i misteri dell’archeologia. Ma nemmeno il terrore per il più crudele degli dei può spiegare come e perché una primitiva tribù del neolitico abbia tagliato e trasportato le pietre di Stonehenge, pesanti anche 25 tonnellate, da cave distanti decine di chilometri, trascinandole su slitte attraverso fiumi e colline. Altre pietre più piccole, che avrebbero particolari caratteristiche di risonanza acustica, vengono dal Galles, a più di 200 chilometri di distanza. La realtà del sito di Stonehenge è che non ne sappiamo assolutamente nulla. Nel ‘600 e ‘700 gli studiosi dell’epoca dissero che si trattava di luoghi sacri realizzati dai Celti e dai loro Druidi per i sacrifici e questa convinzione è rimasta, anche se Celti e Druidi sono comparsi solo migliaia di anni dopo, circa nel 300 aC. Attribuiamo significati simbolici e astronomici all’allineamento delle pietre, che però nel cerchio di Stonehenge è stato disposto alla meno peggio da improvvisati restauratori di inizio ’900, sicuramente senza rispettare esattamente la posizione originale dei megaliti.
In molti Paesi d’Europa (anche in Italia) sono stati ritrovati menhir e dolmen preistorici, ma quelli di Stonehenge sono i più spettacolari. Rivaleggiano con quelli di Carnac in Bretagna, dall’altra parte della Manica, dove si trovano più di 3 mila megaliti allineati sul terreno, in tre siti, da popolazioni che per quanto ne sappiamo avevano appena imparato a levigare la pietra e a costruire le prime capanne.
La piana di Salisbury, nel Wiltshire, è una delle regioni più incantate dell’Inghilterra, un luogo pieno di misteri che appartiene (non a caso, sospetta qualcuno) al ministero della Difesa e che per il 90% è inesplorato. Andrebbe studiato senza il furore ideologico di chi vi si reca vestito da Druido aspettando il sorgere del Sole o l’atterraggio di un Ufo, ma anche con una mente più aperta a considerare in modo diverso la storia e il significato delle tracce che vecchi antenati, forse più intelligenti di quanto pensiamo, ci hanno lasciato.
il sito Il rendering dei megaliti allineati a partire da Durrington Walls, un villaggio neolitico che aveva più di 1000 abitazioni La struttura sembra indicare la posizione del Sole all’alba del Solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno