La Stampa 5.9.15
La sfida di Kim: meglio in cella che sposare due omosessuali
La funzionaria del Kentucky non vuole registrare le nozze di una coppia gay
Il giudice: firmi la licenza e sarà libera. I conservatori: è la nostra eroina
di Francesco Semprini
«Attenti, mia moglie è pronta a rimanere dietro le sbarre a lungo». Con queste parole Joe Davis ha messo in guardia le autorità federali per dissuaderle dalla convinzione che la cella possa convincere Kim Davis a ritornare sui suoi passi. La donna, ufficiale di stato civile della contea di Rowan, nel Kentucky, si era rifiutata di emettere la licenza per il matrimonio di una coppia omosessuale, rifiutando quanto previsto da una sentenza della Corte suprema del 26 giugno, che ha stabilito il diritto per le coppie gay di convolare a nozze in tutti gli Stati Uniti.
Le ragioni del giudice
La legge aveva causato una levata di scudi, specie da parte degli ambienti della destra conservatrice e degli attivisti religiosi, che avevano minacciato «l’ostruzionismo nei municipi». Kim, cristiana apostolica, ha deciso di dar seguito alle minacce con i fatti: «Non provo rancore nei confronti di nessuno, per me è una questione di fede, è la parola di Dio». Spiegazione non certo sufficiente a giustificare il rifiuto, secondo il giudice federale David Bunning. «La corte - si legge nelle motivazioni - non può condonare la disobbedienza ostinata ad un ordine emanato dalla legge. Se si dà alle persone l’opportunità di scegliere quali ordini eseguire, si creano seri problemi». Il giudice ha anche aggiunto che la Davis rimarrà in prigione finché non si adeguerà agli obblighi imposti dalla propria posizione. Di qui la replica del marito, il quale ha definito lo stesso giudice un personaggio dai «comportamenti bulleschi». Il punto è che la 49 enne funzionaria della contea, con il diniego pagato a spese della sua stessa libertà, da «clerk» come tanti nel Paese (ufficiali di stato civile), è diventata una eroina per milioni di americani che si oppongono ai matrimoni gay e per i rappresentanti di una certa destra repubblicana. Tra questi l’ex governatore dell’Arkansas, Mike Huckabee e il senatore del Texas, Ted Cruz, candidati alla nomination repubblicana. «Oggi, per la prima volta in assoluto, il governo degli Stati Uniti ha arrestato una donna cristiana perché vuole vivere secondo la sua fede - ha tuonato Cruz -. Questo è sbagliato. Questa non è America, per questo io sto con Kim Davis, inequivocabilmente». Intanto l’altra America, quella a favore dei matrimoni gay, prosegue il suo cammino anche nella Contea di Rowan, con la prima cerimonia per una coppia omosessuale.
Via libera ai matrimoni
I primi ad ottenere ieri mattina un certificato di matrimonio sono stati William Smith jr e James Yates, insieme da circa dieci anni: la licenza di matrimonio gli era stata negata per ben cinque volte. Il via libera è arrivato dai vice di Kim Davis. Cinque su sei hanno dato il loro ok. L’unico ad opporsi è stato il figlio di Kim, colei che per una certa parte del Paese è considerata la «Rosa Parks anti-gay», in riferimento alla paladina dei diritti civili degli afro-americani. Ieri a pronunciare il sì è stata anche una delle coppie che ha fatto causa alla Davis, Karen Roberts e April Miller, mentre a scendere in campo è ora il Liberty Counsel, potente studio legale di ispirazione cristiana, che promette di proseguire nelle aule di tribunale la battaglia iniziata nei municipi da Kim Davis.