venerdì 4 settembre 2015

La Stampa 4.9.15
Orban non si piega: “Colpa della Germania
Non vogliamo i musulmani nel nostro Paese”
di M. Zat.


L’Europa solidale ha il suo contrario. È Viktor Orban, primo ministro ungherese, sulla carta un popolare come Angela Merkel, affetto da populismo e ora ufficialmente islamofobo. Dopo aver blindato con una rete da 175 chilometri la frontiera serba, il leader di Fidezs è venuto a Bruxelles per dire che a partire dal 15 settembre chiuderà gradualmente tutti i confini magiari e li controllerà con polizia e soldati. Non è chiaro ancora come accadrà, ma la decisione è una evidente violazione degli accordi fra i paesi dell’Ue, giustamente entusiasmati di aver concesso per anni ai loro cittadini di girare all’estero come a casa.
Orban ha un debole per i muri, simbolo ricorrente nella storia ungherese, perché fu proprio un confine aperto nel 1989 ad avviare la fine della Cortina di ferro comunista. Ai presidenti europei - Schulz (Parlamento), Juncker (Commissione), Tusk (Consiglio) - l’uomo forte di Budapest ha avuto modo di spiegare perché non intende partecipare allo sforzo solidale e perché quello che sta succedendo nel suo paese è colpa della Merkel. È stata lei, ha spiegato, a dire che avrebbe accolto tutti i siriani, «così i siriani vengono da noi e rifiutano di farsi registrare perché vogliono andare in Germania». In altre parole, «in Germania piove e in Ungheria dobbiamo aprire l’ombrello».
Tusk è stato deciso. L’ha messa sull’anima religiosa. «Sono profondamente cristiano - ha affermato il numero uno del Consiglio - e per questo devo dare aiuto a chi ne ha bisogno». Secca la replica di Orban: «L’obbligo di cristiani è quello di non creare false illusioni». Comunque, «non vogliano avere un grande numero di musulmani nel paese, non siamo disposti a sostenere le conseguenze del loro arrivo e nessuno può costringerci ad accettarli». Non vuole le quote. Ed è strano notare che la Commissione sta studiando una formula per usare a vantaggio degli ungheresi. Gioco delle parti o errore strategico?
Un’altra barriera
Se necessario, aggiunge Orban, l’Ungheria costruirà un muro anche sulla frontiera con la Croazia verso la quale migranti si stanno ora dirigendo. Sarebbe il primo interno all’Unione dalla fine della guerra fredda, necessario - argomenta il premier - per salvare l’Ue: «Se continuiamo con questa politica migratoria arriveranno milioni di persone e sarà la fine».
«La gente ha paura e questa paura non ha voce in molti paesi - ha insistito -, pertanto pensano che noi leader non gestiamo le loro incertezze». Inutile la risposta della Merkel, convinta che «la Germania fa ciò che moralmente deve fare». Il premier ungherese accusa l’Ue di aver sbagliato tutto e ricorda che «quando c’era Berlusconi non avevamo problemi con la Libia». Ormai, lascia intendere l’unica soluzione è ripristinare le frontiere e scoraggiarle gli arrivi, evitando le quote che «sono un invito». Chiudersi in casa, insomma. Come se servisse davvero.[m. zat. ]