La Stampa 4.9.15
Ecco il piano Ue: quote obbligatorie e sanzioni per chi rifiuta i profughi
La proposta della Merkel e di Hollande. Cameron “apre” a una maggiore accoglienza
La redistribuzione sarà almeno quadruplicata. Regole comuni per il diritto d’asilo
di Marco Zatterin
Il Partito europeo della solidarietà è compatto. Certo è anche l’effetto delle drammatiche foto del piccolo Aylan, però la spinta politica ora è davvero forte. Di nuovo insieme, la cancelliera Merkel e il presidente Hollande invocano «un meccanismo permanente e obbligatorio» di quote, formula che intanto potrebbe far redistribuire nel continente 160 mila migranti con diritto alla protezione. Matteo Renzi chiede «una risposta unitaria». È possibile arrivarci in dieci giorni, sempre che si riesca a portare tutti a bordo, il che non è affatto scontato. Le linee guida sono comunque chiare: condivisione dell’impegno umanitario, riforma dell’asilo e del regolamento di Dublino, stretta sui rimpatri degli illegali, rafforzamento di Frontex e navi più attive nel Mediterraneo.
Toccherà alla Commissione Ue far confluire gli appelli delle capitali in testi legislativi sulla base delle quali i governi nazionali potranno confrontarsi. L’esecutivo definirà le decisioni martedì e le formalizzerà mercoledì, dopo che il presidente Juncker avrà dato loro piena investitura politica nel discorso sullo stato dell’Unione. Lunedì 14 settembre sarà la volta dei ministri degli Interni, convocati per una riunione straordinaria. Dovranno pronunciarsi, anche a maggioranza se necessario. Mentre non si esclude l’ipotesi di un vertice vero a livello di leader, se le circostanze lo rendessero necessario.
Gli sviluppi
Tutto è in evoluzione. Per la prima volta il premier britannico Cameron ha annunciato che accoglierà migliaia di rifugiati in più. È un passo che compensa il «no» del premier Orban che boccia le quote perché «generano illusioni irrealizzabili». Frenano cechi e slovacchi. La premier polacca Ewa Kopac ha cambiato linea: «Non possiamo permetterci i migranti economici - concede - ma abbiamo il dovere morale di accettare i rifugiati». Oggi incontrerà gli omologhi di Budapest, Praga e Bratislava per dir loro che «la situazione è cambiata e la sfida è più vera».
Le regole
A Bruxelles i tecnici della Commissione sono al lavoro. «Le cose potrebbero cambiare sino all’ultimo - sottolinea una fonte - ma il grosso dell’impianto ha preso corpo». Sei testi, al momento. Redistribuzione d’urgenza dei migranti. Quadruplicata, almeno. Juncker ragiona sulla possibilità di elevare dall’attuale 40 mila a 160 mila il numero dei rifugiati che dovranno essere riallocati sulla base di criteri vincolanti. Sarebbero pescati in tre paesi: Italia (39.600), Grecia (66.400) e Ungheria (54 mila)». Le cifre sono ancora ballerine, ma si vuole un segnale forte che corregga la figuraccia di giugno, quando il piano di riallocazione «volontaria» ha mancato gli obiettivi fra litigi imbarazzanti. Con una novità. Chi vorrà potrà comprarsi la libertà di non ricevere anime, finanziando lo sforzo degli altri. Lo chiamano «buy out». E’ modo educato per sanzionare i renitenti alla solidarietà.
Diritto d’asilo
L’obiettivo è stabilire regole uguali per tutti, così da evitare un turismo umanitario che porti le genti in fuga verso un paese «facile» piuttosto che verso un altro. Qui s’inserisce la revisione delle regole di Dublino che impongono l’accoglienza nel paese di primo approdo. E’ una mossa propedeutica al meccanismo di redistribuzione vincolante da attuare quando a livello nazionale non ce la si fa. È la formula suggerita da Merkel e Hollande.
Rimpatri
È quasi ultimato il testo con la lista dei paesi sicuri, quelli verso i quali è possibile respingere chi non ha diritto di restare (in Siria no, in Senegal sì). In altre 8 pagine si delinea un’intensificazione dei ritorni, con procedure più semplici e contatti stretti con gli stati terzi. L’impegno comune è che i clandestini siano cacciati. Centrale il ruolo dei centri d’accoglienza (Hot spot) dove concentrare l’azione di controllo: le gare di appalto per costruirli avranno un documento ad hoc.
Frontex
Si attende un potenziamento dell’agenzia con la piena partecipazione ai rimpatri, oltre che all’ttività di riconoscimento. Per questo è prevista una nuova dote finanziaria.
Avanza la flotta. Largo consenso fra i ministri europei della Difesa ieri a Lussemburgo (assente Pinotti) sull’avvio della fase due della missione nel Mediterraneo richiesta dall’alto rappresentante Mogherini. Le navi hanno raccolto informazioni sui traffici nelle acque europee, sforando per il «search and rescue» (oltre 1500 i salvati). Entro settembre potrebbero andare nelle internazionali per fermare gli scafisti. «In quindici casi avremmo potuto farlo», ammette una fonte. Ma non ne avevano facoltà.