venerdì 18 settembre 2015

La Stampa 18.9.15
No al riconoscimento individuale per polizia carabinieri e finanza
Poliziotti, carabinieri e finanzieri non riconoscibili individualmente, ma solo per il gruppo operativo di appartenenza.
di Grazia Longo


La bozza del Disegno di legge sulla sicurezza urbana, presentato ieri dal ministro dell’Interno Angelino Alfano ai sindaci delle aree metropolitane, non prevede un codice alfanumerico per i singoli appartenenti alle forze dell’ordine impegnati in ordine pubblico, ma un’unica sigla per ogni reparto in strada.
Un’ipotesi che ha origini lontane - se ne iniziò a parlare nel 2001 dopo gli scontri al G8 di Genova - ed è destinata a far discutere. Da una parte, M5S, Sel e una parte del Pd preferirebbero un codice individuale in modo da poter risalire direttamente agli operatori delle forze dell’ordine. Dall’altro, i sindacati di polizia ed esponenti del centro destra che puntano a tutelare l’anonimato.
Per il senatore Pd Luigi Manconi «la proposta, se approvata, otterrà l’effetto opposto rispetto all’intento dell’individuazione delle responsabilità, perché favorirà la solidarietà e la complicità tra colleghi. E purtroppo, come hanno dimostrato inequivocabili episodi, si potrebbero rasentare situazioni di omertà».
Diametralmente opposto il parere del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Nessun codice, neppure di gruppo. Chi si occupa della nostra sicurezza va sostenuto, non ostacolato. Giù le mani dalle forze dell’ordine». Il segretario del Sap, Gianni Tonelli incalza: «Pur essendo di reparto, la sigla rappresenta una una inaccettabile schedatura nei confronti dei poliziotti e un concreto pericolo per la loro sicurezza e incolumità». E un altro sindacalista, Giorgio Innocenzi del Consap, si definisce preoccupato perché «anche il codice di gruppo espone al rischio i poliziotti. Molto meglio dotarli di microtelecamera per riprendere ogni momento delle manifestazioni».
La bozza del Ddl prevede, inoltre, più potere di ordinanza ai sindaci per quanto riguarda il decoro urbano e il via libera all’arresto in «flagranza differita» entro 48 ore per i reati compiuti nel corso delle manifestazioni, proprio come avviene oggi nel calcio. Non basta, Daspo anche agli spacciatori, con il divieto di accedere a discoteche e locali pubblici, pene più severe per chi commette reati predatori (furti, scippi e rapine).
Soddisfatto il ministro Angelino Alfano: «L’obiettivo del documento è quello di proporre un nuovo modello di governance del sistema sicurezza nelle aree urbane».