La Stampa 14.9.15
Dopo l’accoglienza dei siriani la Germania blocca le frontiere
Berlino decide di ripristinare i controlli: treni bloccati al confine con l’Austria
In 13 giorni entrati 63 mila profughi
Baviera nel caos: non possiamo fare tutto noi
di Tonia Mastrobuoni
Ha aperto generosamente le braccia ai profughi. E le manifestazioni di solidarietà verso gli iracheni, i siriani, gli eritrei o gli afghani in arrivo dai Balcani continuano in tutto il Paese. Ma ora il governo Merkel si è reso conto di aver sottovalutato il fenomeno. Dopo che nella sola giornata di sabato ne sono arrivati oltre dodicimila a Monaco – dall’inizio di settembre sono già 63 mila, «una piccola città» ha sintetizzato Christoph Hillebrand, presidente dell’Alta Baviera – l’esecutivo ha deciso unanimemente di reintrodurre i controlli alle frontiere dove ha inviato centinaia di agenti. E dalle cinque di ieri pomeriggio sono fermi anche i treni che provengono dall’Austria.
I controlli
Il ministro dell’Interno Thomas De Maizière, che fino a poco tempo fa continuava a insistere su cifre irrealistiche riguardo ai rifugiati in arrivo (insisteva su 450 mila, solo da poco il governo ammette che saranno quasi il doppio), ha annunciato ieri pomeriggio la chiusura delle frontiere. Durante una conferenza stampa a Berlino il ministro ha detto che «intanto» saranno reintrodotti i controlli «soprattutto» al confine con l’Austria. La Germania «si attiene alle regole europee», ma «non bisogna approfittare della disponibilità dei tedeschi. È anche un segnale per l’Europa. La Germania si attiene alle proprie responsabilità». Il peso dell’abnorme flusso di profughi, però, «va distribuito equamente, in Europa». Bisogna anche fare in modo, attraverso interventi nei Paesi da cui stanno scappando i profughi, che non siano più costretti a mettersi in moto, ha concluso il ministro cristianodemocratico.
L’auspicio di Juncker
Una mossa, quella di sospendere temporaneamente gli accordi di Schengen, che non viola le regole europee, ha confermato ieri pomeriggio Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, esprimendo l’auspicio che i confini «vengano riaperti presto». Dopo una telefonata con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il numero uno dell’esecutivo di Bruxelles ha precisato che c’è bisogno di «un coordinamento maggiore» tra Paesi per mantenere le frontiere aperte. Oggi è prevista una riunione dei ministri degli Interni che rischia di essere un buco nell’acqua, dopo la rivolta di quattro Paesi dell’Est contro l’ipotesi delle quote obbligatorie per ridistribuire i rifugiati.
Monaco al collasso
Il ministro dei Trasporti tedesco, Dobrindt (Csu), ha parlato di un «totale fallimento» dell’Europa. A Monaco – dove alla stazione è scattato ieri sera anche un allarme bomba e la zona è stata evacuata – la situazione è ormai al limite. I tedeschi continuano a dimostrare una generosità incredibile – appena è girata voce sabato che stavano finendo i posti letto per i profughi, in molti si sono precipitati alla stazione per donare sacchi a pelo, tende e materassini. Tuttavia la responsabile per il Lavoro della Baviera, Emilia Müller (Csu), è esplosa: «Non può essere che la Baviera si prenda carico di tutto». Secondo l’esponente cristianosociale, occorre applicare la «chiave di Königstein», il sistema che ridistribuisce i profughi in base alla ricchezza e alla popolazione dei singoli Land.
Poca solidarietà da Land
Tra i pochi che stanno facendo il loro dovere, ha confermato ieri anche il sindaco di Monaco, Dieter Reiter (Spd), c’è il Nordreno-Westfalia. La regione governata da Hannelore Kraft, ha detto ieri il sindaco di Monaco, sta condividendo lo sforzo della Baviera, «chiamano spesso» per capire come aiutare il Land di Monaco. Altri si stanno mostrando «esitanti», ha denunciato, «hanno bisogno di essere convinti».
In alcune parti della Germania non sono mancati episodi di intolleranza rispetto all’enorme flusso di rifugiati, nelle ultime settimane. Ieri anche il vicecancelliere, Sigmar Gabriel, ha ammesso che la Germania è al limite. E Jens Spahn è il primo esponente di spicco del partito di Merkel ad essere uscito allo scoperto ieri con una critica alla linea delle «frontiere aperte». «Che resti un’eccezione», ha messo in guardia i colleghi di partito.