domenica 13 settembre 2015

La Stampa 13.9.15
Il marxista con un seguito da rock-star che non vuol fare la guerra all’Isis
Figlio del vecchio “Labour”: riaprire le miniere e più tasse ai ricchi
di A. Riz.


Strano destino quello di Jeremy Corbyn, una vita ai margini del partito laburista, campione di un socialismo vecchio stampo che sembrava archiviato dal «New Labour», e oggi segretario con aura da rock-star eletto con una valanga di voti. Lui, il deputato barbuto di 66 anni, uomo discreto travolto suo malgrado dalla «Corbyn-mania», è rimasto uguale a se stesso: marxista, pacifista, vegetariano, anti-monarchico, vuole smantellare il deterrente nucleare Trident e nazionalizzare le industrie chiave dell’economia britannica, dice no al bombardamento della Siria, all’austerity, no o forse «ni» alla Nato.
Vecchio Labour
Il suo mondo sembra essere quello del Labour Anni 80, sindacati, manifestazioni di piazza, megafono in mano, e si sa com’è andata al partito in quel decennio. Ma il paradosso è che Corbyn è riuscito a parlare la lingua dei «millennials», giovani che si erano allontanati da un partito troppo simile ai loro occhi a quello conservatore e a cui quelle vecchie idee sono sembrate una ventata d’aria fresca. Tra candidati alla leadership scialbi e quasi indistinguibili tra di loro, Corbyn parla chiaro («parla come un essere umano», ripetevano i sostenitori accorsi ai suoi comizi strapieni), prende posizione, esprime una linea politica. Che poi questa linea si traduca in un’opposizione responsabile e vendibile elettoralmente è tutt’altra questione.
Politica estera
Anti-militarista, anti-americano, filo-palestinese, Corbyn ha passato una vita a denunciare le «guerre illegali» dell’Occidente e nel 2003 ha manifestato contro il conflitto in Iraq. È contrario al bombardamento di postazioni Isis in Siria (come già in Iraq), e la sua opposizione potrebbe far cambiare idea a David Cameron, che vuole, su un tema delicato, un ampio consenso parlamentare. Abbandonata l’ipotesi sollevata in passato di un’uscita dalla Nato, oggi si limita a chiederne una riforma. Così come non vuole l’uscita dall’Ue, anche se ritiene che Bruxelles sia troppo liberista. La sua opposizione al deterrente nucleare in Scozia lo avvicina al Partito nazionalista scozzese di Nicola Sturgeon, che gli ha già chiesto un impegno per la cancellazione del programma.
Le «relazioni pericolose»
Ha definito la morte di Bin Laden una «tragedia» e chiamato Hezbollah e Hamas «amici», salvo poi specificare: non può esserci accordo di pace in Medio Oriente, dice, senza il coinvolgimento dei due gruppi. Tra le «relazioni pericolose» di Corbyn c’è anche quella con Gerry Adams: nel 1984 lo incontrò poco dopo la bomba dell’Ira alla conferenza dei Tory di Margaret Thatcher.
Economia
Corbyn vuole la nazionalizzazione delle ferrovie e dell’elettricità, è contrario al fracking e potrebbe considerare la riapertura delle miniere di carbone nel Galles. Vuole alzare le tasse ai ricchi, abolire le tasse universitarie e stampare moneta per aiutare la crescita dell’economia e finanziare progetti di infrastruttura.
Stile
Camicie beige, canottiere, penna nel taschino: Corbyn si distingue anche nello stile, o forse nell’assenza di stile. Sempre senza cravatta, barba bianca, piace comunque alle donne, almeno secondo un sondaggio di qualche tempo fa, per la verità non molto rappresentativo. È stato sposato tre volte. Se non in politica, l’austerity la pratica nella vita privata: gira in bicicletta per Islington, la sua roccaforte elettorale nel Nord di Londra, non possiede auto, non beve, non mangia carne. Tifa Arsenal, anche se vuole che di lui si sappia il meno possibile. «Odio le domande personali», ha detto alla Bbc. «Che fai nel tempo libero, quali sono i tuoi hobby. Queste cose non hanno alcuna importanza».[a.riz.]