La Stampa 13.9.15
Veltroni: se guardiamo al passato siamo destinati a sconfitte storiche
intervista di Francesco Iannuzzi
«Se la sinistra torna indietro, se riscopre nel passato non le sue radici migliori ma i suoi difetti peggiori, è destinata a sconfitte storiche. La vittoria del nuovo leader laburista, al quale auguriamo buon lavoro, è secondo me il segno di questo rischio».
È così che Walter Veltroni interviene oggi con un editoriale sull’«Unità», per analizzare il voto laburista che ha portato alla guida del partito Jeremy Corbyn, storico rappresentante del Labour in Gran Bretagna.
L’ex segretario del Pd vede il pericolo che si ritorni a «estremi pericolosi» come quando da una parte, la sinistra si abbandonava alla «demonizzazione dell’altro» arrivando a sostenere che «se non sei di sinistra sei fascista, generalizzazione nella quale si è caduti spesso, salvo dover capire, in ritardo, quanto ci fosse di integralista e di autoritario in questo».
Sulla destra
Ma non fa sconti certo alla destra soprattutto in questa fase dove i populismi stanno riprendendo forza in Europa dalla Le Pen in Francia fino a Orban in Ungheria passando per la Lega di Salvini in Italia.
«Un micidiale cocktail di integralismi, di razzismo neanche tanto mascherato, di populismo esagitato, di spirito antieuropeo. Seminagione costante di paura sociale, di diffidenza nei confronti dell’altro. La nuova ideologia di questa destra non è l’ anticomunismo, ormai palesemente grottesco, ma purtroppo l’intolleranza», prosegue il leader Pd.
Il rischio insomma è che si stia tornando «al “giorno della marmotta”» dove tutto si ripete esattamente come il giorno precedente, senza un cambiamento, senza un futuro. Questo perché a destra non «si è certo fatto strada un nuovo conservatorismo, moderno e liberale» e a sinistra potrebbe tornare «l’intolleranza per le diversità politiche» che invece di essere demonizzate dovrebbero essere prese per quello che sono: «una risorsa».
Quindi per Veltroni, in questa fase di grandi cambiamenti, anche drammatici, serve una sinistra che sia «orgogliosa dei suoi valori, ma non cultrice del vintage. Severa nel difendere le opportunità, i diritti, l’inclusione come la stessa ragione della sua esistenza».
Forse Veltroni persegue ancora l’ideale «Lib-Lab», liberal-laburista alla cui guida si era messo con successo Tony Blair, ma per molti, a sinistra, l’ex premier britannico ha tradito proprio quei valori che intendeva portare avanti. A sottolineare la difficoltà nel continuare a «essere di sinistra» oltre le ideologie.