domenica 6 settembre 2015

Il Sole Domenica 6.9.15
Primo Levi/2
Sguardo sul futuro
di Sergio Luzzatto


Il libro di Marco Belpoliti, Primo Levi di fronte e di profilo (Guanda), costituisce una “summa” dei diversi, fondamentali studi che l’autore è andato producendo negli anni intorno alla figura del chimico-scrittore torinese. Contiene numerosi percorsi di lettura, uno dei quali rimanda precisamente – per così dire – al titolo del libro: poiché Belpoliti vi propone una galleria ragionata di ritratti fotografici di Primo Levi. Da un ritratto del neonato in braccio alla madre, risalente al 1920, fino a vari ritratti degli anni Ottanta, quando Levi aveva ormai assunto in pieno il ruolo della star letteraria. Alla galleria di Belpoliti si è aggiunta – quest’estate – un’ulteriore opportunità, per scoprire immagini più o meno inedite di Levi in fotografia. Si tratta della mostra attualmente aperta a Cogne, in valle d’Aosta, presso la Maison Gérard Dayné, e intitolata Le Alpi di Primo Levi. La mia trasgressione era la montagna. Una mostra piccola per dimensioni, ma preziosa per contenuti, che restituisce con intensa evidenza la ricchezza del rapporto di Levi con la montagna. In particolare, nel periodo compreso tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta. Quando per i giovani ebrei piemontesi della generazione di Levi, avviliti dalle leggi razziali, misurare le proprie forze attraverso l’alpinismo costituì un modo per consolidare, in fondo, il loro antifascismo. E per prepararsi alle prove della loro Resistenza. È un Primo Levi addirittura sorprendente, quello che è dato di scoprire nella mostra di Cogne. Come in una foto scattata (stando alla didascalia dello stesso Levi) al rifugio Quintino Sella, in val d’Ayas, nell’aprile 1940. Dove il ragazzo ventenne, ritratto a cavalcioni – si direbbe – del comignolo del rifugio, nulla sembra avere di fisicamente insicuro, né di psicologimente restio. Al contrario, sembra avere la determinazione di chi, avendo incominciato a prendere le misure di se stesso, ha fiducia di poter andare lontano.