Il Sole 13.9.15
Vienna a Orban: «Fate come i nazisti»
Lo scontro. Duro attacco del cancelliere austriaco Faymann - E il governo ungherese convoca l’ambasciatore
di R.Es.
Da martedì prossimo migranti e profughi sorpresi a violare le frontiere ungheresi saranno arrestati: la pena per chi mette illegalmente piede sul suolo magiaro può arrivare fino a tre anni di carcere. Lo ha confermato il premier Viktor Orban in un’intervista al quotidiano tedesco Bild. E chissà se le prigioni ungheresi saranno abbastanza capienti da “accogliere” i disperati che premono alle porte d’Europa: quest’anno più di 170mila persone hanno varcato quel confine tra Serbia e Ungheria che dal 15 settembre Budapest proverà a sigillare con una barriera metallica e di filo spinato. Nel corso del fine settimana 4.300 militari saranno dispiegati lungo la frontiera per affiancare la polizia.
I migranti verranno rispediti nei Paesi «da dove sono arrivati», assicura Orban, che si è detto anche disposto a ospitare in casa propria una famiglia di profughi, a condizione però che il gesto «non sia interpretato come un incoraggiamento a venire in Europa». Orban ha aggiunto che sua moglie e i suoi figli partecipano già in attività di assistenza. Il flusso migratorio va però bloccato sul nascere: per questo Orban chiede alla Ue di stanziare 3 miliardi per i Paesi confinanti con la Siria (Turchia, Libano e Giordania), a sostegno dei profughi che ospitano e che lì devono restare.
La ragione per cui tanti stranieri cercano di raggiungere l’Europa, dice il premier, non sarebbe la salvezza quanto l’obiettivo di «vivere alla maniera tedesca, o magari a quella svedese, o alla svizzera», perché «le condizioni di vita in Grecia, in Macedonia, in Serbia, in Ungheria o in Austria per loro non sono sufficienti». Certo, la foto di Aylan Kurdi, il bambino siriano di 3 anni trovato annegato il 3 settembre su una spiaggia turca, ha commosso anche lui, Orban. La colpa però sarebbe dei genitori: «Hanno voluto lasciare un campo profughi sicuro e hanno messo in gioco le vite loro e dei loro figli». Per il premier ungherese, i leader dell’Unione Europea «vivono in un mondo di fantasia e non hanno la benché minima idea del pericolo reale» che l’ondata migratoria costituisce. A partire da Angela Merkel, che avrebbe scatenato il «caos» con la decisione di accogliere i clandestini in Germania. «Parliamo di svariati milioni di persone, dal Pakistan, dal Bangladesh, dal Mali, dall’Etiopia, dalla Nigeria. Se li lasciamo entrare tutti, l’Europa cola a picco». Invece per Orban la priorità è tutelare le radici cristiane della civiltà europea: «L’unica strada è quella di non lasciar entrare altri musulmani».
A Orban ha replicato il cancelliere austriaco Werner Faymann, che ha paragonato le politiche ungheresi a quelle naziste: «Mettere i rifugiati sui treni facendogli credere che vanno dall’altra parte della frontiera ricorda il periodo più nero del nostro continente». Faymann ha poi invocato «sanzioni contro chi non si mostra solidale nella crisi dei rifugiati». Il governo di Budapest ha convocato l’ambasciatore austriaco per chiedere conto delle dichiarazioni arrivate da Vienna.
Da parte sua, la Merkel ha difeso le proprie scelte, anche di fronte alle critiche degli storici alleati della Csu, i cristiano-democratici bavaresi. Ieri, circa 3.600 rifugiati sono arrivati a Monaco. Le autorità si aspettano nel weekend circa 40mila persone e il sindaco, Dieter Reiter, ha chiesto assistenza alle altre regioni, ricordando che nell’ultima settimana sono già arrivati in città circa 40mila rifugiati. Dall’inizio dell’anno in Germania sono già stati registrati 450mila rifugiati e si stima che entro la fine del 2015 i richiedenti asilo saranno 800mila.
A favore dei rifugiati migliaia di persone hanno manifestato in varie capitali europee. A Londra, in 90mila hanno sfilato verso Downing Street,sede del premier David Cameron. Tra loro il leader appena eletto del partito laburista Jeremy Corbyn. A Copenhagen erano in 30mila. Di segno opposto le manifestazioni a Varsavia,dove 5mila persone hanno marciato contro l’arrivo di profughi, nonostante la Polonia non sia stata sfiorata dal fenomeno. Stesse scene, con alcune centinaia di manifestanti,a Praga e Bratislava.
In Francia, il Governo promette ai sindaci di circa 600 comuni riuniti a Parigi per l’emergenza migranti mille euro per ogni posto trovato a un rifugiato fino al 2017. Ieri il presidente François Hollande ha visitato per la prima volta un centro di accoglienza per siriani, nella periferia di Parigi.
Anche Silvio Berlusconi,come Orban, si appella alle radici cristiane d’Europa, ma per dire che «impongono solidarietà». Il leghista Matteo Salvini ribadisce invece la linea dura: «Espellere subito le centinaia di migliaia di clandestini che bivaccano in Italia».