Corriere 5.9.15
Pena estinta, Chiatti lascia il carcere
Polemiche sulla residenza sanitaria
Il killer dei bimbi di Foligno trasferito a Cagliari
Un padre: se torna libero non perdono
di Marco Gasperetti
PRATO Non si è mai pentito, non ha mai mostrato rimorso per le terribili sofferenze inflitte alle sue vittime, due bambini, e mai la sua pericolosità sociale è stata messa in discussione. Ma la pena è finita e Luigi Chiatti, 47 anni — per la cronaca nera il «mostro di Foligno» — in carcere per gli assassini di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci di 4 e 13 anni, è stato scarcerato. Era stato condannato a due ergastoli, poi ridotti a 30 anni di carcere in appello perché venne riconosciuta la seminfermità di mente: ne ha scontati 22 dopo aver, nel 2006, usufruito dell’indulto, che portò uno sconto sul fine pena.
Ieri Chiatti ha lasciato il carcere Dogaia di Prato, dove ha vissuto nel braccio per i condannati per reati di pedofilia, ma non è tornato libero. L’appello aveva stabilito che, espiata la pena, avrebbe dovuto trascorrere almeno tre anni in una casa di «cura e custodia». Così ora sarà affidato alla Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Capoterra, località a una trentina di chilometri da Cagliari. «Lui l’ho perdonato, ma non perdonerei chi dovesse farlo tornare libero» ha commentato ieri Luciano Paolucci, il padre di Lorenzo. Lo stesso Chiatti, un diploma di geometra, aveva confessato di temere, una volta libero, di poter tornare a «fare del male a qualche bambino», ma ha sempre rifiutato le cure farmacologiche prescritte dai medici perché affetto da un gravissimo «disturbo delirante».
Alle famiglie delle vittime il trasferimento in Sardegna sembra un ripiego. Lo dice il legale Giovanni Picuti: «Il fatto che si sia scelta un’isola dimostra i timori di una concreta possibilità di recidiva».
In Sardegna Chiatti arriverà stamani, forse con un traghetto con scorta partito da Livorno. Vivrà in una struttura che non è un carcere, ma neppure «manicomio criminale» come l’Opg di Montelupo Fiorentino, una delle strutture che avrebbero dovuto ospitarlo ma che poi, giovedì, è stata scartata anche perché prossima alla chiusura. La Rems sarda, appena costruita, ha sedici posti letto e la filosofia di conduzione è quella di una comunità terapeutica con quattro psichiatri, uno psicologo, cinque operatori sociosanitari, un assistente sociale e dieci infermieri. Non è una prigione, ma fuggire è quasi impossibile: recinzione, vetri blindati antisfondamento e antiproiettile, videocamere di sicurezza, guardie giurate e sensori. Mancano però le guardie carcerarie.
La follia criminale di Chiatti, allora 24enne, si era consumata tra l’ottobre del 1992 e lo stesso mese del 1993. La prima vittima del giovane era stata Simone, 4 anni. Lo trovarono morto in una fossa grazie a un biglietto scritto dallo stesso Chiatti: «Sono il mostro. Attenzione. Il corpo privo di vita di Simone, nudo e senza orologino lo troverete tra Scopoli e Casale». Poi un macabro avvertimento: «Colpirò ancora». Che diventò realtà il 7 ottobre del 1993 con la scoperta del cadavere di Lorenzo Paolucci, 13 anni, vicino alla casa dei genitori adottivi di Chiatti .