mercoledì 30 settembre 2015

Corriere 30.9.15
Freccero insorge ma resta solo Per il cda non è un editto bulgaro
L’ex direttore di Rai2: vicenda grave. Siddi: i toni alti non aiutano
di Paolo Di Caro


ROMA « Sono senza parole... — allarga le braccia Carlo Freccero —. È peggio che grave, è inammissibile, è una cosa indegna. Ed è chiaro che a questo punto Rai3 è intoccabile...». Proprio nel giorno in cui vengono ricevuti assieme agli altri vertici dal presidente della Repubblica per un largo giro d’orizzonte su tutti i temi della tivù pubblica, i consiglieri della Rai vengono investiti dalla durissima polemica scoppiata tra alcuni esponenti del Pd — il presidente della Campania De Luca per primo, ieri Michele Anzaldi sul Corriere della Sera — e Rai3, accusata di una politica anti-Renzi o comunque ostile ai suoi uomini.
È un «editto bulgaro» quello di Michele Anzaldi, potente esponente della Commissione di Vigilanza? Per Freccero sì, o almeno ci somiglia molto: «Cado delle nuvole, resto a bocca aperta e guardo ai fatti: prima quell’uscita di De Luca, poi altri del Pd, ora le parole di Anzaldi, che non è un signor Nessuno, e che parla sul Corriere della Sera non su un sito o in Transatlantico. Sono parole meditate, pensate, lavorate, e per questo sono tre volte gravi. Questa vicenda andrà trattata seriamente, nelle sedi istituzionali preposte».
Se Freccero, che a quanto sussurrano al momento dei saluti con il capo dello Stato ha insistito sul concetto di «autonomia» della Rai e sulla divisione dei sacrifici tra azienda e multinazionali del Net, è durissimo, i consiglieri di area Pd — Guelfi, Borioni — non escono allo scoperto a commentare una delicatissima questione, mentre dal governo arriva un generale no comment. E anche Paolo Messa, di area centrista, preferisce concentrarsi su quanto di importante e di ben più «strutturale e decisivo» c’è da fare alla Rai, temi dei quali si è parlato al Colle.
È però dal centrodestra che arriva la reazione del consigliere Arturo Diaconale. Per il quale di fatto l’azienda sta scontando le lotte intestine nel Pd: «Non sono un otorino e dato che questi problemi acustici, di percezione, riguardano solo un ambiente, un settore, un’area, evito accuratamente di occuparmene...», la premessa. Ma «da analista politico e non da consigliere Rai, posso dire invece che sono tre-quattro anni che ruota tutto intorno all’eterno congresso del Pd. Anzaldi che attacca Rai3 e Vianello mi pare un ennesimo episodio congressuale» .
Il clima insomma è caldissimo, e un altro consigliere di area centrodestra, Giancarlo Mazzuca, cerca di gettare acqua sul fuoco: «I toni sono eccessivi, sia da una parte che dall’altra. Ha sbagliato De Luca all’inizio, è stata sbagliata la reazione dei colleghi Rai. Stanno esagerando tutti, vedo polemiche eccessive e un po’ pretestuose. Poi, nel merito, non mi sembra che il Tg3 e Rai3 abbiano un atteggiamento anti-governativo».
Preoccupato, quasi dispiaciuto che una polemica che non «coglie» i grandi temi al centro del dibattito sulla tivù pubblica è Franco Siddi, che è stato presidente della Federazione nazionale della Stampa. E che predica anche lui un «abbassamento dei toni, da parte di tutti» e invita «ciascuno a fare il proprio lavoro». Perché, spiega Siddi, è vero che «ci sono sensibilità diffuse che vanno ascoltate, ma i toni alti non aiutano, tanto più nel momento in cui la Rai sta tentando di intraprendere un grande cambiamento, perché tutto è cambiato, anche gli automatismi politici di un tempo, che in fondo erano più facili, non esistono più». E comunque, assicura «non ci sono editti bulgari, su questo bisogna restare tranquilli. Anzaldi ha espresso un’opinione anche forte, ma è diverso dai tempi di Berlusconi, lui non è il premier, non ha un potere di esecuzione. La verità è che il processo di innovazione che stiamo avviando è ben più rilevante di qualsiasi nominificio di cui in tanti, dentro e fuori la Rai, sembrano in crisi di astinenza.. . ».