Corriere 30.9.15
Rai3, bufera sul Pd. Grillo: come Goebbels
Proteste dopo le parole di Anzaldi («Non sanno chi ha vinto»). La difesa degli esponenti renziani Il sindacato dei giornalisti e l’Usigrai: frasi pesanti che rivelano la visione di un’azienda asservita
ROMA Non ci è andato giù leggero e quando mai lo fa, ribattezzandolo «Michele Goebbels Anzaldi». E qui parliamo di Beppe Grillo e di cosa ha scritto sul suo blog. Ma a scornarsi sulle libere esternazioni al Corriere del senatore dem, nonché segretario della Vigilanza — «Forse a Raitre e al Tg3 non sanno chi ha vinto» — ieri sono state anche le due anime conflittuali del Pd, con la minoranza che proprio non ha gradito e i renziani, alcuni, che invece l’hanno difeso.
Insomma, anziché scemare, col passare dei giorni la polemica sulla terza rete di viale Mazzini, accusata di essere poco pluralista (il Pd si è lamentato perché nelle prime due puntate di Ballarò c’era sempre un Cinquestelle) o addirittura «camorrista» (dal governatore della Campania Vincenzo De Luca che rischia una pronta querela dell’azienda e che ieri dichiarava: «Quelli del Pd si commuovono troppo facilmente»), è continuata rovente più che mai, proprio nel giorno in cui i vertici Rai al gran completo venivano ricevuti al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella.
Dopo averlo paragonato al gerarca nazista in un post intitolato M5S Raus , Grillo riassume quelle che secondo lui sono le chiare regole di «Goebbels-Anzaldi»: «Vietato criticare il governo, vietato intervistare portavoce del M5S, il Pd ha sempre ragione, chi sgarra paga (Vianello è avvisato per la seconda volta). Sieg Heil Pd». I suoi parlamentari si contentano di denunciare la «bulimia lottizzatrice priva di pudore del Pd».
La maggioranza renziana soccorre l’assediato. «Paragonare Michele Anzaldi a Goebbels è inaccettabile, un’azione misera di una forza politica abituata a denigrare», si indigna Lorenza Bonaccorsi della segreteria del partito. «Il M5S che accusa il nostro collega di censura verso Raitre è lo stesso che lanciò la caccia al giornalista ostile?», si interroga su Twitter il senatore Andrea Marcucci. Sostiene che i grillini facciano polemiche tanto per fare il senatore Vinicio Peluffo: «L’unico scopo è la conservazione dei monologhi in prima serata conquistati in Rai». L’onorevole Edoardo Fanucci protesta: «Grillo si vergogni, offende le vittime dell’Olocausto».
Non stanno con Grillo ma nemmeno con Anzaldi gli esponenti della minoranza Pd. Uno è il senatore Federico Fornaro: «Non mi riconosco nella maniera più assoluta nelle parole e nel tono delle dichiarazioni del collega sulla gestione del Tg3 e di Rai3». L’altro è Alfredo D’Attorre che argomenta: «C’è da augurarsi che i vertici del Pd prendano le distanze dalle sue sconcertanti dichiarazioni, incompatibili con la nostra storia». In pubblico, almeno, non è successo.
E manco in privato, a sentire il protagonista. «Nessuna lavata di testa», assicura Anzaldi. «Pentito io? E perché dovrei, ho solo detto quello che pensavo e lo ribadisco con i dati sotto mano dell’Osservatorio di Pavia. A RaiTre viene violato il pluralismo che nel servizio pubblico non è discrezionale». Non ce l’ha con le ospitate dei Cinquestelle. «Ma no, quella era una cosa uscita una settimana fa in Vigilanza. La realtà è che a RaiTre chi fa il pieno è la minoranza Pd. Sa chi è il più presente, dopo Renzi? Roberto Speranza». Le accuse di Grillo non gli hanno fatto piacere, ovvio: «Io come Goebbels? Di peggio non mi potevano dire, a me che sono il più a sinistra di tutti. Grillo mi attacca, invece dovrebbe farmi un monumento».
Se è per questo ci va pesante anche il comitato di redazione del Tg3 che giudica le sue parole «inaccettabili» e trova che ricordino nei toni «gli editti bulgari di berlusconiana memoria». Per i segretari della Federazione nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso, e del sindacato Usigrai, Vittorio Di Trapani, si tratta di frasi «gravissime che rivelano la visione di una Rai totalmente asservita al potere di turno».
Daniela Santanchè ha una parola buona per tutti: «I signorini benpensanti della sinistra si rivelano nemici acerrimi di chi osa criticarli, i grillini gridano allo scandalo quando sono i primi a tappare la bocca a chi non la pensa come Grillo e Casaleggio ».
Giovanna Cavalli