Corriere 27.9.15
Debora Serracchiani
«C’è un accordo nel Pd Quelle regole sull’elezione sono efficaci, resteranno»
Serracchiani: è opportuno anche il voto di FI ed ex M5S
intervista di Monica Guerzoni
ROMA Nessun blitz. Nessun «golpe» per approvare la riforma del Senato senza modifiche e andare al voto in primavera, accorpando referendum e elezioni amministrative. Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd, scaccia i sospetti dai cieli del Nazareno e smentisce la ricostruzione di Roberto Calderoli.
Grasso è nel mirino per aver sventato il piano del premier?
«Non ci sono stati né golpe, né complotti, ma solo la determinazione e il coraggio di continuare sulla strada delle riforme. Il Senato è importante, ma lo sono anche le tante richieste che vengono dal Paese».
Stiamo parlando della Costituzione...
«Non voglio sminuire, dico però che l’economia riparte e ci impone attenzione sui tanti temi in agenda. Abbiamo avviato il lavoro sulle pensioni, registriamo un meno 41% di richieste di cassa integrazione e stiamo per affrontare una legge di Stabilità fondamentale».
Perché vi serve la «pistola fumante» del voto anticipato?
«Nessuno impugna armi. Noi stiamo lavorando con l’obiettivo del 2018 e dobbiamo consolidare i frutti che cominciano a dare la riforma della pubblica amministrazione e quella del mercato del lavoro».
Prima dovete portare a casa la riforma costituzionale. Attaccate Grasso perché non vi fidate di lui?
«Come il presidente Grasso ci aveva chiesto siamo riusciti a trovare una soluzione comune nel Pd, che ci impedisse di arrivare in aula divisi e con una forte tensione. L’abbiamo superata ed entro il 15 ottobre approveremo una riforma che supera il bicameralismo perfetto e riduce i parlamentari».
Ci sono ancora nodi da sciogliere, perché non vi siete presi altro tempo?
«Discutiamo da decenni. In questi mesi la riforma è profondamente cambiata rispetto al testo iniziale, ma alcuni adattamenti si possono fare senza stravolgere la riforma. Camera e Senato lavorano insieme per una valutazione comune».
Grasso dovrà «cangurare» milioni di emendamenti di Calderoli.
«Credo si sia chiarito qual è la parte di Paese che vuole le riforme e quale non le vuole. La Lega e Calderoli ce lo hanno già dimostrato in passato».
La minoranza del Pd è in grande agitazione per le norme transitorie: se non le cambiate, l’accordo può saltare?
«Non c’è motivo per intervenire sulle norme transitorie, che sono efficaci e precise. Valuteremo eventuali proposte di modifica nell’interesse del miglior risultato. Sono sicura che tutto il Pd voterà la riforma».
Boschi non teme i voti segreti, ma se andate sotto che accade? Renzi ha legato il suo governo a questa riforma.
«Siamo consapevoli della delicatezza del passaggio d’aula, non sottovalutiamo nulla e nessuno. Ma ci arriviamo dopo aver fatto un lavoro importante di compromesso, consapevoli che i senatori stanno cambiando il Paese, iniziando da loro».
La paura di tanti senatori del centrodestra di andare al voto anticipato sta disegnando il Partito della nazione?
«No, restiamo un partito di centrosinistra. È opportuno che le riforme costituzionali siano votate anche da FI, dai fuoriusciti del M5S e da tutti quelli che lo riterranno. Il che non cambia la natura del partito».
Cosa c’è dietro al patto con Bersani?
«Nulla. Davanti a tutto quello che stiamo facendo c’è l’Italia. I dati dei mutui sono positivi, così come i consumi interni e la produzione industriale...».
Cambierete l’Italicum o Ncd finirà annesso al Pd?
«Non sentiamo il bisogno di cambiare la legge elettorale, con Ncd stiamo affrontando le riforme più complicate».
Ma avete lasciato che le unioni civili si arenassero.
«Il Pd ha preso un impegno, per questo avevamo chiesto di accelerare la riforma del Senato e portare in aula le unioni civili. Ma le opposizioni hanno gridato al golpe. Però resto fiduciosa, spero si riescano a fare nelle prossime settimane».
I referendum di Civati vi fanno paura?
«No».