Corriere 25.9.15
L’usato sicuro danneggia il governo Tsipras
di Marco Imarisio
La carriera ministeriale da farfalla di Dimitri Kammenos non è soltanto la logica conseguenza del malfunzionamento della sua testa e dei suoi polpastrelli. Nel tempo libero il parlamentare di Anel, unico e necessario alleato governativo della Syriza di Alexis Tsipras, è solito affidare a Twitter pacate riflessioni sui grandi temi della nostra epoca. Dietro l’attacco alle Torri gemelle vede la mano di Israele con annesso complotto sionista, i gay sono «esseri umani patetici» mentre il nostro continente è la prosecuzione di Auschwitz con altri mezzi, con tanto di fotomontaggio del campo
di concentramento sormontato dalla scritta «Benvenuti in Europa». Tutto noto, risaputo, alla luce di Internet. Il prode Kammenos ha giurato al mattino da ministro delle Infrastrutture e si è dimesso alla sera, quando l’opinione pubblica ha fatto notare che la nomina di tale personaggio non era il miglior viatico per la nuova avventura governativa. Avanti un altro, il Paese ha ben altri problemi. Eppure sarebbe un errore ridurre la vicenda a un incidente di percorso. Anel, il partitino liberal-nazionalista fondato dal ministro della Difesa Panos Kammenos, omonimo e non parente,
è in buona sostanza una etichetta sotto alla quale si trovano pulsioni che dovrebbero risultare indigeste alla sinistra di governo. Nel premiare la fedeltà di un alleato innocuo, Tsipras ha fatto una scelta di piccola convenienza interna. Poteva dare un profilo diverso al nuovo governo, alleandosi con i socialisti o con i centristi di Potami. Invece ha preferito un usato sicuro e poco presentabile, che gli garantisce una navigazione tranquilla a casa propria, senza concorrenza interna, ma getta un velo di ambiguità sul suo progetto. D’accordo, dalle ceneri dello scorso luglio è nato un nuovo Tsipras. Addio ideali, evviva il pragmatismo. Ma senza dimenticare i valori fondamentali.