Corriere 24.9.15
Evoluzione della Cia La nuova forza armata
risponde Sergio Romano
Seguo su «Arte», una rete tv franco-tedesca, un programma incentrato sull’attività della Cia dal tempo dalla Seconda guerra mondiale a oggi. Una rete spionistica alla quale sembra che tutto fosse permesso con la scusa di combattere il comunismo; e ci si chiede se il suo illimitato potere fosse al servizio del presidente oppure se fosse fine a se stesso. Il silenzio sulle sue attività copre responsabilità civili e morali di immensa portata e le chiedo quale sia il suo giudizio sulla Cia e sulle sue attività, in danno anche di governi che si ritenevano e si ritengono alleati degli Stati Uniti.
Nerio Fornasier
Caro Fornasier,
Il predecessore della Cia si chiamava Oss (Organizzazione dei servizi strategici), una denominazione volutamente vaga che copriva una larga gamma di operazioni possibili. Il nuovo organismo nacque nel 1947 e uno dei suoi primi compiti fu l’analisi della situazione politica italiana alla vigilia delle elezioni dell’aprile 1948. Se il Pci avesse vinto, la Cia non si sarebbe limitata a raccogliere «intelligence». Avrebbe dato per scontato lo scoppio di una guerra civile e avrebbe operato sul terreno fornendo al fronte anti-comunista armi e denaro. L’obiettivo era evitare che l’Italia precipitasse in una situazione simile a quella che aveva sconvolto la Grecia sino a qualche mese prima. Sin dagli inizi, quindi, la Cia è una organizzazione in cui la frontiera tra spionaggio e impiego della forza su larga scala è scritta sulla sabbia. Ne avemmo una dimostrazione nell’aprile del 1961 quando apprendemmo dalla stampa americana che in un piccolo Paese dell’America centrale la Cia stava addestrando un corpo militare. Erano gli esuli cubani che di lì a poco sarebbero sbarcati sulle coste dell’isola per tentarne la conquista. L’operazione fallì, ma questo non impedì alla Cia di continuare a rafforzare il suo dispositivo militare.
Anche la sua attività di intelligence, nel frattempo, andava di pari passo con lo sviluppo delle nuove tecnologie e cominciava a suscitare parecchie perplessità. Nel 1975 una Commissione del Senato, presieduta dal senatore Frank Church, sottopose la Cia a una sorta di radiografia e denunciò il rischio di crescenti interferenze nella vita privata dei cittadini americani. Uno dei risultati della Commissione fu l’ordinanza del presidente Ford che proibiva gli omicidi «sponsorizzati» di leader politici stranieri.
Tutti i limiti e i freni richiesti dalla Commissione Church furono rimessi in discussione dagli attentati dell’11 settembre. La Cia e la Fbi colsero l’occasione per recuperare le prerogative perdute; e anche in questa fase le nuove tecnologie hanno moltiplicato le ambizioni. Negli anni seguenti, soprattutto in Afghanistan e in Iraq, la Cia ha assunto le dimensioni di un’Arma combattente, la quinta dopo l’Esercito, la Marina, l’Aeronautica e i Marines. Non conosciamo il suo bilancio e il suo organico, protetti dal segreto di Stato, ma comprendiamo meglio le ragioni per cui gli Stati Uniti si sono rifiutati di ratificare il Trattato penale internazionale. Molti dei loro agenti sparsi per il mondo correrebbero il rischio di essere chiamati in giudizio.