domenica 13 settembre 2015

Corriere 13.9.15
Laura Boldrini
«Patto per l’integrazione europea Solo così si battono i populismi»
Intesa tra i presidenti di quattro Parlamenti: azione comune su immigrati e crisi
intervista di Maurizio Caprara


ROMA «L’integrazione politica europea è l’unico antidoto ai populismi», dice Laura Boldrini al Corriere della Sera durante un’intervista nel suo ufficio di presidente della Camera. Per entrare nello studio si passa nella saletta nella quale vengono ricevuti gli ospiti d’onore prima o dopo le cerimonie ufficiali a Montecitorio. Domani è previsto che vengano accolti il presidente del Bundestag tedesco Norbert Lammert, il presidente dell’ Assemblée nationale francese Claude Bartolone e il presidente della Chambre des députés Mars Di Bartolomeo, lussemburghese come l’attuale presidenza di turno dell’Unione europea.
Dopo averla presentata al Quirinale al capo dello Stato Sergio Mattarella, i quattro presidenti di assemblee parlamentari firmeranno nella Sala della Regina una dichiarazione che evoca per l’Ue l’orizzonte di un’Unione federale di Stati. Un testo ideato in luglio tra rischi di uscita della Grecia dall’euro e sbarchi di profughi che sembrerà di avanguardia considerato il lungo e perdurante periodo di stasi, se non di arretramenti, nell’integrazione europea. Fuorché sotto il profilo finanziario nell’eurozona, da anni nell’Ue il metodo comunitario è stato compresso dal livello decisionale intergovernativo, ossia dalle scelte compiute dai capi di Stato e di governo pensando più ai rispettivi elettorati che all’insieme del progetto di una casa comune europea. Una tendenza che martedì scorso a Tirana, in un convegno della Comunità di Sant’Egidio, ha portato Romano Prodi a constatare che la Commissione europea ha perso potere a scapito del Consiglio europeo, a sua volta neppure troppo in salute .
Perché considera l’integrazione europea l’unico antidoto ai populismi?
«Perché è la risposta ai bisogni delle persone e, allo stesso tempo, a chi vuole disgregare l’Europa», sostiene Laura Boldrini, già portavoce dell’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, eletta deputata come indipendente nelle liste di Sinistra ecologia e libertà.
E in che cosa consisterebbe la risposta?
«In un mondo globalizzato nessun Paese europeo da solo può tutelare in modo efficace i propri interessi. Per esempio, sui flussi migratori, le crisi economiche, il cambiamento climatico, l’energia. È impossibile nonostante alcuni predichino come soluzione ai nostri problemi il ritorno alle patrie nazionali. Nella dichiarazione sottolineiamo l’esigenza di coraggio e pragmatismo per procedere verso una condivisione di sovranità a livello europeo».
Crede che risulterà affascinante quanto meriterebbe?
«Comprendo che i giovani non si innamorino dell’Europa come lo siamo stati noi, figli degli anni Sessanta. Loro hanno conosciuto un’Europa dei sacrifici. Nella dichiarazione la priorità è stimolare la crescita economica combattendo l’esclusione delle fasce più deboli della società e ridare all’Europa centralità e competitivi a livello internazionale. Gli impegni europei vanno rispettati, ma devono essere sostenibili socialmente, altrimenti generano sfiducia e rancore verso le istituzioni ed è ciò di cui si nutrono i populismi».
Sente di avere alle spalle la Camera che presiede? Non risulterà troppo all’avanguardia rispetto a suoi settori ?
«Giovedì scorso in aula c’è stato un dibattito di qualità sull’Europa e dispiace che non abbia ricevuto l’attenzione mediatica che avrebbe meritato. L’espressione “Stati Uniti d’Europa” è risuonata chiara e forte in molti interventi e nella risoluzione approvata».
Quella risoluzione, che impegna il governo al «rilancio del processo di integrazione» è stata accolta con maggioranza larga: 279 sì e 160 no. In ogni caso, Cinque Stelle e Lega puntano ad altro rispetto all’integrazione europea e Silvio Berlusconi con i suoi governi è stato tra i promotori del metodo intergovernativo.
«Infatti lo sforzo che stiamo facendo è ridare centralità ai Parlamenti. È importante che i parlamentari, rappresentanti dei cittadini, prendano parte al dibattito su quale Europa vogliamo per il nostro futuro».
Su quali terreni, quali argomenti desidererebbe piantare teste di ponte, sotto forma di decisioni e norme, per far progredire il progetto di Stati Uniti d’Europa?
«Uno è il diritto di asilo. Va usato, come dice lei, da testa di ponte arrivando a condivisioni anche su altri grandi temi che gli Stati nazionali non riescono ad affrontare da soli. E le istituzioni europee devono avere poteri e risorse sufficienti per farlo. Non si può continuare a usare l’Europa come capro espiatorio senza metterla in condizioni di agire».
Il presidente François Hollande e il premier David Cameron sono orientati a far bombardare in Siria, da aerei di Francia e Regno Unito, postazioni dell’autoproclamato Califfato. Secondo lei è una scelta utile per alleviare le sofferenze di quanti adesso scappano dalle loro case?
«Per esperienza di anni sul terreno a constatare gli effetti “collaterali” dei conflitti, direi che operazioni di questo genere, peraltro senza cornice internazionale, hanno dato di rado i risultati auspicati. Si è visto da ultimo in Libia. La crisi siriana va risolta essenzialmente a livello politico».
Significa con un accordo tra parti che adesso si sparano addosso .
«Quella crisi è stata lasciata per troppo tempo disattesa, consentendo una degenerazione che colpisce Siria, Iraq, Libia e che ha costretto milioni di persone a fuggire cercando sicurezza. Un diritto,la sicurezza, che non è esclusiva dei Paesi occidentali».