lunedì 31 agosto 2015

Repubblica 31.8.15
Vannino Chiti, senatore della minoranza dem
“Ma Matteo sui numeri sta bluffando”
Ha ragione Prodi:non si può approvare una riforma così importante in maniera sguaiata
intervista di Giovanna Casadio


ROMA. «Il calcolo di Renzi mi sembra assai dubbio...». Per Vannino Chiti, senatore dem, ex ministro delle Riforme, il premier sta bluffando sui numeri per la riforma costituzionale al Senato.
Chiti, i numeri ci sono per l’ok al ddl Boschi?
«Se le posizioni politiche fin qui espresse restano tali è molto dubbio, ripeto. In seconda lettura poi servono almeno 161 voti (maggioiranza assoluta- ndr). Mi chiedo però: è possibile che una riforma di questa importanza si affronti calcolando se ci sono 159 o 161 voti? Per usare le parole di Prodi, non si può fare una riforma in modo sguaiato e scoordinato».
Quindi c’è un terreno di mediazione?
«Sì. Stabilita la fine del bicameralismo paritario, i senatori siano eletti dai cittadini in concomitanza con le elezioni regionali. Oppure si pensi davvero a un modello Bundesrat, che è però più complicato. Ci si chiarisca sulle funzioni. Mi pare che i presidenti delle giunte regionali dovrebbero svegliarsi dal sonno. La riforma com’è stata modificata alla Camera è un ritorno al centralismo. Oltre ai punti critici (Quirinale, Consulta) le leggi etiche come sul fine vita devono tornare a essere materie bicamerali».
Il tempo stringe?
«Quello che stringe è la volontà politica di intesa ampia. Se il testo viene concordato, potrà essere assunto dalla Camera e il 2016 sarà l’anno del referendum confermativo ».
E se la riforma inciampa? Elezioni anticipate?
«Sarebbe bene rispettare il ruolo del presidente della Repubblica: a lui spetta lo scioglimento delle Camere. Non è responsabile da parte del Pd parlare di elezioni in un momento in cui non siamo usciti dalla crisi. Ancor più usare questo argomento come una sorta di ricatto nella partita delle riforme, è un’arma scarica. I convincimenti personali vengono prima della fedeltà al governo. Inoltre si andrebbe al voto con il “Consultellum” e le larghe intese sarebbero certe. L’arma del voto anticipato riduce la politica a un gioco di convenienze personali».
Voi 28 senatori dem dissidenti resisterete o alla fine cederete?
«Non è che abbiamo fatto una corrente “costituzionale” nel Pd: abbiamo sottoscritto un documento inviato al premier e non abbiamo avuto risposta. Oggi Renzi sembra aprire, ma durerà? Mi pare strano, anche per il rispetto che ho dei colleghi, che qualcuno sottoscriva un emendamento e poi non lo voti. Emendamenti da noi firmati con Calderoli e Fi sono una brutta battuta per confondere la verità».