venerdì 21 agosto 2015

Repubblica 14.8.15
Il marxista Jeremy e l’assenza di un leader socialdemocratico
di John Lloyd


IL FAVORITO alla carica di nuovo leader del partito laburista britannico è un candidato marxista. Intervistato dalla Bbc , Corbyn ha detto che Marx è «affascinante», che le idee marxiste «non sono impopolari presso l’opinione pubblica » e che per quanto lo riguarda rimpiange «di non averlo letto di più». I deputati laburisti – e non soltanto i Blairisti, più a destra nel partito, ma anche molti a sinistra – sono sbigottiti e temono che un candidato così a sinistra come Corbyn renderà il Labour ineleggibile. Ciò nonostante, proprio Corbyn sembra incarnare i desideri e le frustrazioni di chi aderisce al partito. Come mai?
Nel partito laburista molti, compreso il leader Ed Miliband, credevano di poter vincere le ultime elezioni, quelle svoltesi a maggio. La sconfitta è stato un vero e proprio trauma, e ancor più traumatica è stata la sua entità.
Disorientati, privi di una leadership, arrabbiati, i membri del partito laburista vedono ora in Corbyn un politico la cui opposizione al partito conservatore è assoluta. Corbyn vuole più spesa sociale, più ingerenza dello stato nell’economia, la statalizzazione di molti servizi e industrie. Preferisce Hamas e Hezbollah a Israele e crede che gli Stati Uniti siano all’origine della maggior parte dei mali – le guerre, la crisi in Ucraina e il caos in Medio Oriente. Crede che la Gran Bretagna debba uscire dall’Unione europea così che il paese possa strutturare la sua economia secondo i principi del socialismo.
In un discorso pronunciato la settimana scorsa, Tony Blair ha detto che chi sostiene Corbyn dovrebbe sottoporsi a un «trapianto di cervello». Un ex consigliere di Blair ha definito «ottusi» i simpatizzanti di Corbyn. Malgrado tutto, gli insulti non servono. Nelle economie occidentali la gente è angosciata da una profonda sperequazione, dalla paura del terrorismo, dal cambiamento del clima e dalla disoccupazione, e il tutto è esasperato come non mai dalla crisi della zona euro. A sinistra molti credono che i precedenti governi laburisti abbiano fatto troppo poco per porre rimedio a questi mali.
Corbyn spaccherebbe il partito laburista in ogni caso. Se sarà sconfitto, l’entità del sostegno di cui gode assicura lotte intestine per mesi, forse anni. Tra le fila del partito non esiste alcuna personalità socialdemocratica autorevole in grado di articolare un vero programma. Matteo Renzi sarà anche il Tony Blair italiano, ma non c’è un Matteo Renzi britannico.
La socialdemocrazia necessita al più presto non soltanto di un leader, ma soprattutto di ispirazione. I temi della giustizia, dell’uguaglianza, del decoro pubblico devono incarnarsi in un paladino che sia a uno stesso tempo schietto e popolare, che convinca tanto come visionario quanto come politico pragmatico nel quale la gente ripone piena fiducia. Il partito laburista non ha una personalità di questo tipo, ma se non ne troverà presto una sarà fritto. E i marxisti si accaparreranno ciò che ne resta.
Traduzione di Anna Bissanti