sabato 29 agosto 2015

La Stampa 29.8.15
Cacciari: “Finalmente sull’immigrazione si è svegliata”
“La sua leadership è inevitabile ma finora l’ha usata malissimo”
di Marco Bresolin


Professor Massimo Cacciari, Angela Merkel è sempre più leader dell’Ue.
«La notizia sarebbe il contrario. È il leader del Paese leader dell’Ue: se non a lei, a chi spetta quel ruolo?».
Certo è che le sue ultime uscite in tema di immigrazione segnano una svolta...
«Era ora! Finalmente anche i tedeschi si stanno svegliando!».
Quella indicata da Berlino è la strada giusta?
«Anche la Merkel si sta rendendo conto che la questione epocale dell’immigrazione non può più essere affrontata in un’ottica di pura emergenza. Bisogna cambiare, finalmente l’hanno capito pure loro».
Quindi la cancelliera sta usando la sua leadership nel modo migliore?
«Mah, su questo andrei molto cauto. Finora la Germania ha usato malissimo il suo ruolo di guida dell’Unione Europea. Guardiamo alla crisi della Grecia».
Dicono che però alla fine sia stato evitato il peggio.
«La crisi greca è stata gestita in modo pessimo».
Perché?
«Perché bisognava intervenire subito. Se lo avessero fatto in tempo, tutto si sarebbe risolto con una crisetta. E invece hanno lasciato che la questione si ingigantisse. Vorrei ricordare che il peso della crisi greca per l’Europa è di dieci volte inferiore a quello della Sicilia per l’Italia».
Comunque sembra che gli altri Paesi europei stiano riconoscendo con meno fatica questo ruolo di leader a Berlino.
«Ma perché non ci sono alternative. Volente o nolente la leadership dell’Europa è della Germania. È determinante».
Questo però non fa altro che alimentare i sentimenti anti-tedeschi di chi non vuole un’Europa germanocentrica. Lo spettro dei populismi si ingigantisce.
«Ho sempre sostenuto che queste posizione anti-tedesche sono totalmente ridicole. Critiche senza senso».
L’egemonia tedesca non può essere messa in discussione?
«Ma la Germania questa posizione di leadership se l’è conquistata e meritata. Le spetta. Il problema semmai è un altro».
Quale?
«Che questa leadership viene usata malissimo».
Dalla Merkel?
«Avrebbe potuto avere un ruolo di guida politica e culturale, non solo economica. E invece non è stato così».
Sull’immigrazione, però, qualche spiraglio si vede.
«E meno male. Come dicevo prima, forse ora si stanno svegliando».
Gli altri Paesi, Francia in testa, devono quindi rassegnarsi a un ruolo di secondo piano?
«Ma la Francia dove vuole andare? La Francia è un malato, esattamente come noi. Non può pretendere la leadership, non è in grado».
A proposito, l’Italia di Renzi che ruolo si sta ritagliando?
«Il solito ruolo marginale. In questo, devo ammetterlo, ha ragione D’Alema (che ha parlato di subalternità del governo italiano ai conservatori tedeschi, ndr). Siamo destinati a questa posizione di marginalità».