giovedì 27 agosto 2015

La Stampa 27.8.15
Hawking cambia la sua teoria
“Dai buchi neri si può uscire”
di Alessandra Rizzo


Lo scienziato più famoso del mondo, Stephen Hawking, ha una nuova teoria sui buchi neri e sul dilemma su cui si arrovellano gli studiosi di fisica: cosa accade alla materia che finisce in un buco nero? «Non disperate», dice Hawking. «Esiste una via d’uscita».
Hawking ha presentato la sua teoria nel corso di una conferenza a Stoccolma, sostenendo che i buchi neri non sono delle «eterne prigioni» e che non tutto è perduto. Il professore di Cambridge ha dedicato la vita allo studio dell’origine dell’Universo e al fenomeno dei buchi neri, spazi nella galassia dove la forza gravitazionale è così potente da rendere impossibile a qualunque cosa risucchiata al loro interno di uscirne, perfino la luce.
La conferenza del Kth Royal Institute of Technology nella capitale svedese era dedicata al cosiddetto «paradosso dell’informazione»: da una parte si ritiene che le informazioni relative a qualunque materia finisca in un buco nero vadano perdute; dall’altra le informazioni non possono andare perdute, nemmeno se finiscono in un buco nero.
Il dilemma
Dunque, dove vanno a finire? Hawking ha studiato il problema con il collega di Cambridge Malcolm Perry e il professore di Harvard Andrew Stromberg. Secondo quanto riportato dal blog della conferenza, la teoria di Hawking è che queste informazioni non finiscano affatto nel buco nero, ma in una sorta di linea di confine. «La mia ipotesi è che queste informazioni non vadano a finire all’interno del buco nero, ma nell’orizzonte dell’evento», una specie di ologramma sul ciglio del buco nero che conterrebbe le informazioni, anche se in maniera «caotica». Ma Hawking ha anche proposto l’ipotesi che le informazioni possano finire in un Universo alternativo. «Il buco nero avrebbe bisogno di essere largo e, se ruotasse, potrebbe offrire un passaggio in un altro universo», ha detto il professore. «Ma non sarebbe possibile tornare indietro al nostro Universo. Quindi, anche se sono entusiasta all’idea dei voli spaziali, non metterò alla prova la teoria».
Hawking, che comunica attraverso un sintetizzatore vocale a causa di una malattia neurodegenerativa, ha concluso dicendo: «Il messaggio di questa mia lezione è che i buchi neri non sono tanto neri quanto si dipingono, non sono le prigioni eterne che una volta si riteneva fossero. Le cose possono uscire da un buco nero e, possibilmente, finire in un altro universo».