giovedì 27 agosto 2015

La Stampa 27.8.15
Miguel Gotor
«Il premier tenta in modo maldestro di condizionare Grasso»
intervista di Francesca Schianchi


«Altro che Telegatto: Renzi mi pare convinto di essere ancora alla Ruota della fortuna…», sospira il senatore bersaniano Miguel Gotor.
Non avete preso bene la battuta di Renzi sul Telegatto e il Senato elettivo, vedo…
«Renzi si conferma prigioniero dell’immaginario berlusconiano: un’attrazione fatale. Sarebbe bene che, da premier, avesse più rispetto per l’autonomia del Parlamento e maggiore serietà di argomenti: la democrazia e il voto dei cittadini non hanno nulla a che vedere col Telegatto».
Lui dice che «moltiplicando le poltrone si fanno contenti i politici, non gli elettori».
«Una frase sconnessa dalla realtà: non c’è nessun rapporto tra i 17 emendamenti che noi della minoranza Pd abbiamo presentato e la moltiplicazione delle poltrone. Anzi».
Anzi…?
«Oltre a essere favorevoli alla riduzione del Senato a cento membri, abbiamo proposto anche la riduzione dei deputati: emendamento che, in prima lettura, fu bocciato dalla maggioranza del Pd».
Il no sul Senato elettivo è la risposta definitiva?
«Ma no... È una partita lunga e molto tattica: quello di martedì è un tentativo maldestro di Renzi di condizionare il presidente Grasso. Che invece ha pronunciato parole sagge sulla necessità di arrivare a un accordo politico per salvaguardare il nucleo condiviso della riforma. E c’è una larga maggioranza a favore del Senato elettivo: la frattura tra cittadini e istituzioni peggiora se si continua a sottrarre potere decisionale ai cittadini».
Il suo segretario dice «via Imu e Tasi per tutti», anche per le case di lusso: è d’accordo?
«No. Va bene abbassare le tasse, ma con una logica progressiva e redistributiva: se tagli allo stesso modo all’attico in centro come al bilocale in periferia, poi il sindaco è costretto ad aumentare le imposte comunali, sui trasporti o l’assistenza ai disabili, e questo si scarica sui ceti medi e più poveri. Non siamo d’accordo: è un modo per scimmiottare un Berlusconi che avremmo voluto dimenticare».
Che ne pensa del tour in cento teatri?
«Ancora ricordo l’annunciato tour delle scuole: mi pare si sia fermato alla seconda...».
È un tour elettorale per andare a votare?
«La minaccia delle elezioni è un’arma spuntata: sarebbe un fallimento di Renzi e del Pd. Ci sono anche ragioni tecniche a tenerle lontane: l’Italicum sarà in vigore nel luglio 2016. Comunque sia, noi non le temiamo e siamo convinti che il Pd potrà vincerle solo se unito».
Che succede alla riforma?
«Siamo fiduciosi che da parte di Renzi prevalga la ragionevolezza: noi vogliamo superare il regime della doppia fiducia, ma anche migliorare il testo con più attenzione agli equilibri istituzionali».