venerdì 28 agosto 2015

Il Sole 28.8.15
Salvo miracoli...
di Guido Gentili


Dire che Roma Capitale è all’ultima spiaggia è una pietosa concessione. I fatti rimandano piuttosto all’idea che si sta superando il punto di non ritorno, al di là delle acrobazie della politica. Quando, negli stessi giorni del caso dei funerali-show del clan Casamonica, la Protezione civile deve intervenire distribuendo l’acqua negli uffici dell’Anagrafe dove centinaia di cittadini in fila da ore provano, di fronte all’unica cassa aperta, a pagare una cartella esattoriale, vuol dire che qualcosa s’è rotto.
E che le alchimìe politico-giuridiche – tipo le decisioni del Consiglio dei ministri e le conseguenti reazioni del sindaco Marino - per tenere in piedi ciò che sta già a terra possono rivelarsi un rebus senza soluzione.
Certo, parliamo della Capitale d’Italia, oberata da 14 miliardi di debiti e in deficit gestionale gravissimo, che si appresta ad ospitare il Giubileo e che si è candidata per le Olimpiadi del 2024. Ed è comprensibile che il Governo Renzi - scartata per ora la carta di togliere ogni residuo sostegno a Marino - si muova per arginare una valanga politica che rischia di arrivare fin sotto Palazzo Chigi. Così, si prova a mettere sotto più stretta sorveglianza il sindaco, l’ex chirurgo prestato alla politica che si rivela sempre più come un inossidabile resistente e incassatore. A tal punto da risultare ancora in vacanza all’estero, tra gli Stati Uniti e i Caraibi, nel giorno in cui il governo affida la “cabina di regìa” sulla sicurezza della metropoli al centro dell’inchiesta “Mafia Capitale” al prefetto Franco Gabrielli, il quale dovrà pianificare il risanamento assieme al primo cittadino di Roma. Tra i settori interessanti a questa nuova governance a quattro mani, verde, casa e immigrazione, risultati infiltrati dalla criminalità organizzata. Anche se il sindaco fa trapelare da oltre oceano la sua soddisfazione: «Il commissariamento non c’è e il ministro ha dell’Interno Angelino Alfano ha spazzato via tutti i rumors».
Effettivamente, è stato sciolto solo il municipio di Ostia, avamposto marino finito da tempo sotto il controllo mafioso. Ma a ben leggere le spiegazioni di Alfano in questa guerriglia interpretativa dei bicchieri mezzi pieni e mezzi vuoti su chi detiene il controllo istituzionale delle operazioni a Roma, si ricava un’impressione diversa. Infatti Alfano ha spiegato che esiste una «situazione amministrativa caratterizzata da gravi vizi procedurali e che la legge prevede il commissariamento. Tuttavia abbiamo ritenuto che per questo non esistessero i presupposti e che sussistessero per un supporto del Viminale per cambiare la rotta». Insomma, il Comune di Roma è un sorvegliato molto speciale che dovrà di fatto prendere atto di un commissariamento non formale ma sostanziale. Sono previsti, tra l’altro, l’aggiornamento dei regolamenti comunali, la revoca in autotutela degli affidamenti senza regolari procedure concorsuali, un albo delle ditte, la rimozione (ad opera del Viminale) di dirigenti e dipendenti comunali. E mentre il prefetto Gabrielli assume anche il ruolo di coordinatore per il Giubileo, la terza giunta Marino ha subito approvato la delibera del Governo che assegna i poteri speciali a Roma Capitale in vista del grande evento religioso (e turistico) ormai alle porte, per il quale potrà operare in deroga all’ordinaria amministrazione. Il Governo ha varato gli strumenti, ha detto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio De Vincenti, «ora tocca al Campidoglio».
Sulla strada del Giubileo, annunciato da Papa Francesco ad aprile, si è già perso molto tempo. Adesso si punta ad aprire i cantieri entro metà settembre. «Qualche disagio per i cittadini ci sarà, ma è inevitabile, siamo al limite dei tempi», ha detto l’assessore alla legalità Sabella. E vicinissimi, aggiungiamo, al punto di non ritorno. Salvo miracoli.