lunedì 31 agosto 2015

Corriere 31.8.15
Gas
Egitto, l’Eni trova un maxi giacimento
Descalzi: siamo al top nella ricerca
di Fausta Chiesa


L’Eni lo definisce il «più grande giacimento di gas mai trovato del Mediterraneo»: è stato scoperto in Egitto e ha la potenzialità per diventare uno dei più grandi al mondo, perché ci sono altre strutture sottostanti che possono essere investigate. Il giacimento si trova nell’offshore egiziano del Mar Mediterraneo, a circa 190 km dalla costa. Il pozzo Zohr 1X, attraverso il quale è stata effettuata la scoperta, si trova a 1.450 metri di profondità d’acqua, nel blocco Shorouk. Si tratta di un giacimento «supergiant» e ha un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas. L’Eni, sulla base di accordi con il Cairo, ha la totalità della gestione.
La scoperta ridisegna la mappa energetica a livello locale «perché — dice il Ceo dell’Eni Claudio Descalzi, che sabato era al Cairo dove ha incontrato il presidente Abdel Fattah Al Sisi — renderà l’Egitto autosufficiente», ma soprattutto è importante per la compagnia energetica italiana, che si accredita sempre di più come player dell’esplorazione. «L’esplorazione è al centro della nostra strategia di crescita — dice Descalzi —. Negli ultimi sette anni abbiamo scoperto 10 miliardi di barili di risorse e 300 milioni negli ultimi sei mesi. Questa scoperta conferma così la posizione di Eni al top dell’industria e ci qualifica presso gli altri Paesi produttori come società capace di trovare risorse, ovunque ci siano opportunità». La scoperta ha anche un significato in termini di riserve acquisite (in Egitto si parla di risorse per 30-40 anni) e che hanno un costo ragionevole di produzione.
Dopo l’esplorazione, si passa alla fase della produzione. «La scoperta può essere messa in produzione in tempi rapidi» dice Descalzi. Lo sviluppo sarà fatto da Eni assieme alla società statale Petrobel, in una partnership al 50 per cento. Ci vorrà circa un mese per ottenere la licenza di produzione e a gennaio partiranno i primi pozzi di sviluppo, che in futuro produrranno. La produzione sarà avviata verosimilmente tra un paio d’anni. Il gas sarà venduto in primo luogo all’Egitto, che diventerà ancora più importante per l’Eni, qui presente dal 1954 e storicamente precursore nell’esplorazione e sfruttamento delle gas nel Paese fin dalla scoperta del Campo di Abu Maadi nel 1967. Ma non è escluso che una parte di gas possa arrivare in Europa attraverso il liquefattore di Damietta, città che si affaccia sul Mediterraneo sul Delta del Nilo, a circa 200 chilometri a nord del Cairo.
La scoperta avrà ripercussioni sul prezzo mondiale del gas o cambierà le dinamiche del gas in Europa? «Il mercato del gas è segregato — spiega Descalzi—: esiste quello americano, quello europeo e quello asiatico. Questa scoperta non avrà un impatto particolare a livello globale, se non in termini di contributo al mercato europeo. Ma, un Paese come l’Egitto nel medio-lungo periodo sarà in grado di non comprare più il gas da altri». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi si è congratulato con l’amministratore delegato di Eni, «per lo straordinario risultato di un lavoro di ricerca che si inserisce nell’ambito dei rapporti tra Italia ed Egitto, in un’ottica di partnership economica strategica che riguarda il nostro Paese e più in generale l’intero continente africano».