venerdì 28 agosto 2015

Corriere 28.8.15
Lo scatto del Pil americano, Borse in volo
di Fausta Chiesa


Balzo inatteso degli Stati Uniti: +3,7%. Piazza Affari guadagna il 3,39%, Francoforte il 3,18% La Fed verso un rinvio del rialzo dei tassi. Yellen e Draghi non andranno al summit di Jackson Hole

Dalla paura alla speranza. Dal lunedì nero, innescato dalla sindrome cinese, a un finale di settimana all’insegna dell’ottimismo, grazie alla spinta che viene da oltre Oceano. Ieri, le Borse europee hanno interrotto i cali delle sedute precedenti, prendendo una bella boccata di ossigeno. Milano ha chiuso in rally del 3,39%, Francoforte del 3,18%, Parigi del 3,49% e Londra del 3,56 per cento. Con gli acquisti di ieri, sono tornati sulle piazze finanziarie del Vecchio Continente oltre 260 miliardi di euro.
Dopo una partenza al rialzo, in scia a una seduta positiva delle piazze asiatiche, i mercati hanno accelerato grazie a un dato giunto da Washington a sorpresa: il Pil Usa relativo al secondo trimestre è stato rivisto al rialzo e segna una crescita annuale del 3,7 per cento. Il dato è migliore della prima lettura, pari a un +2,3%, e supera anche le attese degli analisti, che avevano pronosticato un Pil in rialzo del 3,2 per cento. «Il dato sulla crescita Usa, superiore alle attese, dimostra ancora una volta l’ottimo stato dell’economia americana e giunge in un momento cruciale in cui i nervi degli operatori erano particolarmente scoperti. È probabile che il buono stato di salute dell’economia mondiale, trainata dalla locomotiva americana, riporti il sereno sui mercati finanziari», commenta Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca sim. Anche Wall Street festeggia i dati, con tutti gli indici al rialzo. «In questa fase dell’economia globale è fondamentale continuare a fare tutto il possibile per mantenere questo slancio», ha commentato in una nota la Casa Bianca.
L’America è nuovamente la bussola. E a scacciare il pessimismo c’è anche l’aspettativa — ora sempre più probabile — che il rialzo dei tassi negli Stati Uniti a settembre non ci sarà. William Dudley, della Federal Reserve di New York, ha parlato di operazione «meno convincente». Gli occhi sono puntati sul simposio di Jackson Hole, il tradizionale appuntamento estivo dei banchieri centrali che ha preso il via ieri, anche se senza i «big»: non ci sono né il capo delle Federal Reserve Janet Yellen né il presidente della Bce Mario Draghi. Dai banchieri potrebbero giungere suggerimenti sulle prossime mosse della Federal Reserve. Gli occhi si poseranno dunque sul vice governatore Stanley Fischer, che parlerà sabato.
Dopo sedute di panico, i mercati sembrano esseri rimessi in carreggiata convinti forse alle notizie giunte dall’America che dalle misure di rilancio dell’economia messe in campo da Pechino. La Banca centrale cinese è intervenuta nuovamente sui mercati immettendo 150 miliardi di yuan (23,4 miliardi di dollari) di liquidità. Un’altra decisione è stata presa sul versante valutario, con una nuova svalutazione: il tasso di riferimento dello yuan è stato tagliato dello 0,07% verso il dollaro, portando il cambio a 6,4085 yuan nei confronti del biglietto verde, i minimi degli ultimi 4 anni. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg , Pechino avrebbe, inoltre, venduto una fetta dei titoli di Stato Usa in portafoglio, per cercare di regolare la svalutazione dello yuan.